Entra in vigore il decreto di recepimento della direttiva SUP, ma già spuntano i primi escamotage per aggirare la messa al bando di alcuni prodotti in plastica monouso. Ciafani: “Stanno comparendo prodotti riutilizzabili per un numero limitato di volte. Questo porta a un incremento dell’utilizzo di plastica piuttosto che a una sua diminuzione”
Dai cotton fioc agli agitatori per bevande, passando per tutti i prodotti oxo-degradabili: a partire da oggi l’Italia può dire definitivamente addio a un nutrito elenco di prodotti usa e getta in plastica, messi al bando dal decreto di recepimento della direttiva Sup, ‘Single Use Plastic’, entrato ufficialmente in vigore. Riduzione, riuso e riciclo: le tre ‘r’ della gerarchia europea dei rifiuti sono le coordinate principali della misura, che punta a contrastare il consumo di plastica monouso per salvaguardare la salute dell’ecosistema marino e terrestre. Anche nel nostro Paese. Stando agli ultimi dati dell’indagine Beach Litter di Legambiente, la plastica rappresenta l’84% dei rifiuti rinvenuti lungo le coste italiane.
“L’entrata in vigore della direttiva Sup anche in Italia – dichiara il presidente di Legambiente Stefano Ciafani – è un importante passo avanti e la prima azione green di questo inizio 2022. Non dimentichiamo che il nostro Paese è da tempo all’avanguardia e leader nella lotta alla plastica monouso e nel contrastare il marine litter con norme nazionali, come ad esempio il divieto dei sacchetti di plastica e dei cotton fioc non biodegradabili e non compostabili e il divieto all’uso di microplastiche nei prodotti cosmetici da risciacquo, riprese poi dalla direttiva europea. Ma nella lotta alla plastica monouso non bisogna abbassare la guardia, anzi l’impegno per ridurla da qui ai prossimi anni, promuovendo sempre di più il riutilizzabile, dovrà continuare con più forza e determinazione di prima anche perché con la pandemia, purtroppo, sono tornati prepotentemente gli oggetti di plastica usa e getta”.
A poche ore dall’entrata in vigore della Sup, però, già spuntano i primi escamotage per eludere il bando. Come? Mettendo in commercio prodotti in plastica solo parzialmente riutilizzabili, che dopo essere stati usati per un numero limitato di volte sono destinati a finire nella pattumiera. “In queste ultime settimane – continua Ciafani – stanno comparendo prodotti in plastica molto simili a quelli monouso ma ‘riutilizzabili’ per un numero limitato di volte, come indicato nelle confezioni. Un modo, a nostro avviso, per aggirare il bando e che porta a un incremento dell’utilizzo di plastica piuttosto che ad una sua diminuzione. Per combattere lo strapotere dell’usa e getta in plastica è dunque importante puntare su tre azioni: favorire una drastica e concreta riduzione, attraverso un’applicazione efficace della direttiva; sensibilizzare le persone ad adottare comportamenti e stili di vita più sostenibili ricordando che la dispersione di plastica nell’ambiente può causare seri danni anche alla biodiversità”.
La lotta al monouso, sottolinea Legambiente, non è fatta solo di divieti ma passa anche per l’innovazione tecnologica. D’ora in avanti sarà fondamentale, secondo l’associazione, volgere lo sguardo alle nuove frontiere della chimica per favorire processi industriali che siano in grado di ridurre ulteriormente l’impatto di determinati prodotti sulla salute umana e sull’ambiente. “È fondamentale promuovere una filiera industriale che punti sempre più sulla chimica verde e sui materiali compostabili, laddove non è possibile escludere i prodotti monouso, come è già avvenuto in alcune parti d’Italia dove sono state riconvertite le produzioni, rivitalizzando anche siti industriali dismessi” chiude il presidente di Legambiente.