Porte aperte in centrale nucleare. Sogin, la società pubblica responsabile del decomissioning degli impianti nucleari italiani, ha organizzato per questo weekend la seconda edizione di Open Gate, due giornate coi tornelli aperti nei siti in smantellamento di Latina, Trino, Garigliano e Caorso, nel piacentino, dove nel 1970 è stata realizzata la più grande centrale nucleare del Paese.
Progettato da Enel, Ansaldo e Getsco, l’impianto di seconda generazione in Emilia-Romagna, potenza 860 megawatt, ha iniziato l’esercizio nel dicembre 1981, producendo circa 29 miliardi di kilowattora. Nel 1986 è stato fermato per la periodica ricarica del combustibile e non è più entrato in funzione, anche a seguito del referendum dell’anno successivo. Nel 1999 Sogin ne è divenuta proprietaria, stanziando qui 100 dei suoi mille dipendenti.
Decontaminazione del circuito primario completata, rimozione delle turbine, demolizioni delle torri di raffreddamento ausiliarie e attivazione di una delle più grandi stazioni di gestione materiali al mondo per le operazioni di smontaggio, taglio e decontaminazione. E poi ancora una scuola inaugurata nel 2008 per formare il personale e in seguito aperta anche agli esterni, tre depositi per lo stoccaggio temporaneo dei rifiuti radioattivi, spettrometrie gamma su fusti tra i 220 e i 400 litri di materiale e uno dei tre laboratori attivi in Italia per la taratura di strumentazione per radioprotezione Accredia Lat n.77.
La centrale di Caorso, dove ci sono ancora 2.453 metri cubi di rifiuti radioattivi, oggi si presenta così. Il decomissioning dovrebbe terminare tra il 2028 e il 2032, ma nel frattempo resta da sciogliere il nodo legato al nuovo Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi, al quale sarà annesso anche un parco tecnologico per la ricerca. Il tema di rifiuti e del riciclo, al quale si punta anche a Caorso, non è comunque secondario e al momento dà già un bel da fare a chi se ne sta occupando.