Proclamare lo stato di emergenza rifiuti in Sicilia non corrisponde ad un fallimento: il commissariamento servirà a dimezzare i tempi e colmare il ritardo che gli strumenti ordinari non permettono di abbattere. Parola di Rosario Crocetta, governatore regionale che ad una settimana di distanza commenta la richiesta inviata una settimana fa agli uffici della Presidenza del Consiglio tramite una lettera firmata assieme all’assessore Vania Contrafatto. La missiva, indirizzata anche al Ministero dell’Ambiente ed al Dipartimento della Protezione Civile, chiedeva la formalizzazione del sostanziale caos in cui versa l’isola, con focolai di emergenza pronti ad esplodere dopo che è ormai acclarato che lo stop di uno qualsiasi degli impianti – pubblici o privati – presenti sul territorio di qualsiasi provincia porterebbe l’emergenza nelle strade, senza contare la frammentazione del ciclo con il profondo insuccesso degli ambiti territoriali, mai realmente entrati in funzione, che hanno lasciato una diffusa disomogeneità nella gestione.
La richiesta è stata immediatamente motivo di attacco da parte delle opposizioni politiche che ne hanno dato una lettura strumentale. Si tratterebbe di una mossa politica, «un atteggiamento pilatesco – come lo ha definito il capogruppo di Forza Italia presso l’assemblea regionale, Marco Falcone, secondo cui Crocetta– essendo per molto tempo rimasto inadempiente, vuole scaricare ad altri quegli oneri e quegli adempimenti che dovevano essere propri». La deputata M5S Claudia Mannino ne aveva approfittato per chiedere senza mezzi termini un passo indietro al governatore isolano e alla sua giunta: «la gestione dei rifiuti in Sicilia è stata governata attraverso strumenti emergenziali, mai con strumenti ordinari. Crocetta – conclude – invece di continuare a fare annunci in commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, di cambiare assessori e dirigenti e chiedere l’ennesimo commissariamento farebbe bene a dimettersi giacché quello che lui propone è in continuità con quanto è sempre stato fatto». Sulla stessa falsariga anche le reazioni della Legambiente regionale, che ha ricordato come dal ’99, vale a dire da 17 anni, in Sicilia si dichiara uno stato di emergenza che, secondo l’associazione del cigno verde, non farebbe altro che peggiorare la situazione e di sicuro non sottrarrebbe Crocetta al ruolo ritagliatosi nella storia di fallimenti delle politiche regionali siciliane sui rifiuti. Pochi giorni fa si è aggiunta la bocciatura anche da parte del primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando, che si è dichiarato “indignato” «del fatto che ci si pensi dopo anni di abbandono, dimenticando che come e’ noto gli interessi organizzati politico-mafiosi-affaristici sono nei rifiuti e nell’acqua».
Ad una settimana di distanza Crocetta ha replicato pubblicamente alle critiche parlando a margine di una conferenza stampa tenuta a Palazzo d’Orleans: «È una gara contro il tempo. Con il commissariamento si dimezzano i tempi dei pareri, delle gare. Con gli strumenti normali non possiamo coprire i ritardi del passato». Così invece basterebbe «un anno per portare il sistema dei rifiuti a regime, per attivare la modernizzazione di tutta l’impiantistica siciliana, avviare le gare per gli impianti di compostaggio e una differenziata seria». Una sfida a dir poco proibitiva, che forse andava affrontata con maggiore anticipo. Ma nonostante il suo incarico stia entrando nel suo ultimo anno di mandato, il governatore allontana ogni critica: a suo avviso le responsabilità appartengono tutte al passato. «Il vecchio progetto della Giunta Lombardo ha avuto l’approvazione definitiva del ministero dell’Ambiente solo qualche mese fa. Quindi noi abbiamo operato in questi mesi e in questi anni senza un progetto valido sul piano dei rifiuti – ha detto Crocetta, che però non manca di bacchettare quelle amministrazioni comunali con cui è in rotta da mesi e che con i poteri commissariali potrebbe finalmente scavalcare – i ritardi sono da imputare a tutti, anche alle amministrazioni locali. Non è possibile che in Sicilia la differenziata sia ferma al 10%: siamo pronti ad inviare i commissari ad acta nei Comuni inadempienti» ha concluso, aggiungendo che l’augurio è che la nuova ecotassa introdotta dalla finanziaria regionale possa fungere da efficace incentivo.