Oggi siede tra i banchi dell’opposizione ed è membro di più di una commissione parlamentare, ma Paolo Russo, deputato campano, nei primi anni Duemila è stato anche presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Allora ha visto “nascere” le prime ecoballe, e negli anni successivi ha registrato quelle che, a suo avviso, sono le responsabilità dietro alla mancata risoluzione di un’emergenza trasformatasi negli anni in cronica anomalia. Anomalia per la quale l’Italia è stata condannata a pagare 40 milioni di euro di multa più 120mila euro in sanzioni quotidiane. A lui, che ha negli occhi e nella memoria questi quindici anni, l’intervento di De Luca e Renzi per smaltire le ecoballe stoccate in giro per la regione non sembrerebbe risolutivo. «Anzitutto siamo ancora alle dichiarazioni d’intenti. Si tratta di movimentare 5 milioni di tonnellate di materiale. Serviranno circa 250mila automezzi per portare a trattare o ad incenerire queste balle. Mi domando se, nonostante l’anticorruzione, si possa esser certi di avviare una tale logistica in Campania senza finire di nuovo nelle mani di chi ha inquinato riempiendo le casse del crimine organizzato». Ad alimentare i dubbi dell’ex presidente della Commissione d’inchiesta c’è anche l’entità del finanziamento stanziato dal Governo: 150 milioni subito più altri 300 milioni in due anni. Somme che, secondo Russo, non potranno bastare a rimuovere in via definitiva le montagne di pattume imballato. «Affrontare la tematica ecoballe con 150 milioni di euro all’anno significa lasciare la vicenda in sospeso e dare soltanto una spolverata di carattere mediatico. Di certo sarebbe stato meglio destinarli alle bonifiche, quelle vere, di cui questa regione ha bisogno». Nel frattempo, a Palazzo Santa Lucia si va avanti verso la costituzione della struttura di missione per gestire lo smaltimento delle balle. «Si tratta di una ammissione di incapacità propria da parte della Regione, che intanto comincia a investire, non dico sperperare, qualche risorsa per individuare personale adeguato a gestire situazioni complesse. Ancora una volta ci si affida al proverbiale “uomo solo al comando” – commenta Russo al microfono di Ricicla – senza il controllo di un’autorità scientifica terza e di alto profilo che trasmetta fiducia tanto alle istituzioni quanto ai cittadini e al territorio».