Nella nostra pattumiera c’è un tesoro, anche se troppo spesso ce ne dimentichiamo. Da una lavatrice fuori uso si ricavano vetro e metalli preziosi. Il pacco di pasta che buttiamo via può diventare nuova carta, mentre 27 bottigliette in plastica possono trasformarsi in una felpa di pile. I rifiuti, insomma, sono una risorsa preziosa. Riciclarli significa risparmiare emissioni in atmosfera, significa estrarre meno materia prima, significa insomma ridurre l’impatto delle nostre esistenze su questo pianeta. Un pianeta alle prese con i cambiamenti climatici e con il rapido esaurimento delle risorse naturali.
Questa la consapevolezza che ha guidato la realizzazione di “Riscatti”, il ciclo di istantanee firmato dalla fotografa napoletana Nunzia Esposito, protagonista fino al prossimo 13 aprile di una mostra ospitata dalla biblioteca comunale di San Giorgio a Cremano. Il progetto, nato da un’idea di Giovanni Paone, editore della testata giornalistica Ricicla.tv, mette al centro la cosiddetta “economia circolare”, ovvero quella che a differenza dell’economia lineare, basata sull’usa e getta, non consuma nuove risorse ma fa dei rifiuti la materia prima che alimenta i cicli produttivi. Dodici fotografie, scattate in dodici impianti di trattamento dei rifiuti, per fare luce su un mondo fatto di migliaia di imprese che lavorano per recuperare materiali preziosi da tutto quello che quotidianamente gettiamo nel cassonetto della spazzatura.
«Quella dei rifiuti – spiega Nunzia Esposito – è, insieme alla migrazione dei popoli, l’emergenza che rischia di far esplodere la terra e quindi l’umanità intera. L’immondizia dove la mettiamo? Come i migranti, dove li mandiamo? La terra è una ed è esauribile. Non possiamo permetterci che ci venga a mancare sotto i piedi. Il riciclo e l’economia circolare sono la nuova strada per camminare sulla vecchia terra. Un modo di vivere e di pensare. Sono un’artista, non un’economista. Ma sono convinta che le rivoluzioni di pensiero, e di comportamenti, debbano necessariamente iniziare nella testa. E nell’animo».
Un grido d’allarme per immagini, un invito ad invertire la rotta prima che l’esaurimento delle risorse naturali spazzi via l’umanità da un pianeta ormai al collasso. E, al tempo stesso, un tentativo di utilizzare il potere comunicativo della letteratura per amplificare e diffondere conoscenza e consapevolezza. Ed ecco che nelle istantanee di “Riscatti” fanno la loro comparsa i protagonisti dei grandi classici della letteratura: da Dorian Gray, ritratto in un impianto di trattamento di rifiuti medici, a Don Chisciotte, steso su una collina di rottami metallici, fino a Penelope, ritratta mentre attende il ritorno del suo Ulisse su un letto di scarti tessili.
«Mi auguro che uno scatto fotografico contribuisca a “riscattare” ciò che per convenzione sociale, e consumismo imposto, fino ad oggi andava eliminato, escluso, rifiutato, inutilizzato. Ritengo invece che tutto questo vada messo in mostra. Dobbiamo tornare a vedere la bellezza e la vita nelle cose che vorremmo invece buttare lontane, dai nostri occhi e dalle nostre esistenze. Un’ode al riciclo, alla capacità dell’uomo di rigenerarsi e di rigenerare tutto ciò che produce».