L’Italia è stata deferita alla Corte di giustizia Ue per la mancata notifica del programma nazionale di gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi. Lo ha comunicato oggi la Commissione europea, dalla quale Roma aveva già ricevuto un parere motivato, secondo passo di una procedura d’infrazione, lo scorso luglio, insieme ad Austria, Croazia, Repubblica ceca e Portogallo. Stando alla direttiva Euratom 70 del 2011, ogni Stato membro deve dotarsi di un programma di gestione in sicurezza delle scorie, dalla loro generazione fino allo smaltimento finale. L’Italia avrebbe dovuto mettere a punto il suo programma entro il 31 dicembre del 2014 ed inviarlo a Bruxelles entro il 23 agosto del 2015, allegandovi gli esiti della Valutazione ambientale strategica. Il piano, però, non sarebbe giunto a Bruxelles in tempo utile a scongiurare l’apertura della procedura e il successivo deferimento alla Corte di giustizia.
Che la scadenza fissata da Bruxelles non sarebbe stata rispettata, del resto, lo aveva confermato anche l’ex ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, ascoltata nel marzo del 2015 dalla commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. «Sono state promosse presso il Ministero diverse riunioni di coordinamento per la predisposizione del Programma nazionale – aveva detto – alle quali sono state invitate tutte le amministrazioni coinvolte nella stesura. Il Programma nazionale verrà poi sottoposto alla valutazione ambientale strategica (Vas) prima della sua adozione definitiva. I tempi necessari per questa valutazione – aveva però sottolineato il ministro – porteranno a non rispettare la scadenza di consegna del 23 agosto 2015 prevista dalla direttiva Euratom».