Quasi 400 le autorizzazioni al riciclo raccolte dal nuovo portale telematico RECer. Più di 1800 utenti iscritti alla sperimentazione del futuro sistema di tracciabilità informatica RenTRi. Un bilancio della digitalizzazione degli adempimenti sui rifiuti con il presidente dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali Daniele Gizzi
Quasi 400 autorizzazioni al riciclo raccolte in formato telematico e più di 1800 utenti accreditati per la sperimentazione del nuovo sistema di tracciabilità informatica dei rifiuti. Che procede, in attesa del parere della Ragioneria di Stato sul decreto del Ministero dell’Ambiente che dovrà disciplinarne il funzionamento. È il bilancio delle principali attività coordinate dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali con l’obiettivo di digitalizzare gli adempimenti sulla gestione dei rifiuti. Un processo che negli ultimi cinque anni, sotto la guida dell’ex presidente Eugenio Onori prima e, dal settembre 2021, sotto quella di Daniele Gizzi, “ha vissuto una vera e propria accelerazione – spiega il presidente – di pari passo con l’aumentare delle imprese iscritte, che toccano ormai quota 163mila”.
Nel 2022 il picco nel numero di provvedimenti di iscrizioni, cancellazioni, variazioni, di tutta la storia dell’Albo: circa 190mila istanze. Per gestirle in via digitale sono stati necessari ben 88 interventi sul software Agest, il sistema informatico gestisce tutte le pratiche. “Un numero mai raggiunto negli anni passati”, sottolinea Gizzi. Dalle pratiche di iscrizione o cancellazione il processo di digitalizzazione si estende sempre di più anche all’operatività quotidiana delle imprese iscritte. Dopo l’entrata in funzione del sistema di vidimazione virtuale dei formulari di trasporto, spiega il presidente “dal prossimo 15 giugno sarà operativo anche il sistema di verifica digitale, tramite QR-code, dei titoli di iscrizione e dei provvedimenti autorizzativi mentre nel primo semestre 2023 partirà in via sperimentale la totale digitalizzazione dell’esame per i responsabili tecnici”.
Ma i due dossier chiave, dice Gizzi, restano il RECer, registro telematico delle autorizzazioni al riciclo, e il RenTRi, il nuovo sistema di tracciabilità, sui quali “sin dall’inizio del mio mandato – chiarisce – l’Albo ha concentrato molte risorse, competenze ed energie nel supportare la direzione economia circolare del Ministero dell’Ambiente”. Istituito nel 2020, e partito un po’ a sorpresa nel settembre del 2021, il RECer chiarisce Gizzi “conta oggi ben 373 autorizzazioni, di cui 177 in procedura ordinaria e 119 in semplificata (77 sono di altro tipo)”. Un database prezioso, nato per raccogliere e rendere consultabili i nulla osta al riciclo rilasciati sul territorio nazionale, e in particolar modo i provvedimenti adottati ‘caso per caso’ dagli enti territoriali, ovvero in assenza di criteri ‘end of waste’ nazionali o comunitari. Provvedimenti che il RECer rende consultabili in via telematica a tutti gli enti competenti, per garantire il rilascio omogeneo delle autorizzazioni ‘caso per caso’ a livello territoriale ma anche per fornire al Ministero dell’Ambiente una base di dati da utilizzare nelle istruttorie per l’adozione di futuri regolamenti nazionali. “Al 30 gennaio 2023 – spiega Gizzi – risultano pervenute autorizzazioni dalle province appartenenti a quasi tutte le regioni, a eccezione di Sicilia, Lazio e Valle d’Aosta”. Segno che c’è ancora da lavorare per mettere gli enti competenti (regioni, ma soprattutto province e città metropolitane) nelle condizioni di popolare la piattaforma.
Ma è sul laboratorio sperimentale per la messa a punto del nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti che si sono concentrati nell’ultimo anno gli sforzi maggiori. E non potrebbe essere diversamente, visto che la “predisposizione” del RenTRi è una delle milestone del PNRR, fissata al primo trimestre di quest’anno. I test, che dalla fine del 2021 stanno coinvolgendo imprese, associazioni e software house, hanno fin qui registrato 1876 utenti “che hanno sperimentato con successo circa 500mila movimentazioni virtuali tra compilazione dei registri di carico e scarico e formulari di identificazione dei rifiuti – chiarisce Gizzi – sia mediante l’interoperabilità dei software gestionali da loro normalmente utilizzati, sia attraverso le modalità messe a disposizione delle imprese per operare direttamente nel sistema. Al momento – spiega – sono in corso sperimentazioni mirate alla trasmissione dei dati dei FIR”. I lavori, chiarisce Gizzi, proseguiranno anche dopo l’adozione del decreto del Ministero dell’Ambiente che definirà la cornice giuridica del sistema, in vista dell’entrata in funzione definitiva che non arriverà prima della primavera del 2024.