Dalla burocrazia all’illegalità, passando per la comunicazione: i nodi da sciogliere per rilanciare la raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici nell’elenco in 32 punti presentato da Erion e messo a punto con i principali attori della filiera dei Raee
Spingere la raccolta dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche non solo per recuperare il ritardo rispetto ai target vincolanti fissati dalla normativa europea, ma anche per dare una risposta strategica alla crisi degli approvvigionamenti, che prima a causa del covid e oggi per effetto della guerra in Ucraina sta mettendo a rischio la tenuta di interi comparti industriali. Per questo, dicono gli attori del sistema nazionale, serve siglare con le istituzioni un nuovo patto, con l’obiettivo di rimuovere gli ostacoli che ne frenano lo sviluppo: dalla burocrazia all’illegalità, passando per l’ancora scarsa consapevolezza dei cittadini. Un patto in 32 punti, quelli del ‘Libro Bianco sui Raee’ presentato dal sistema collettivo Erion e frutto del lavoro congiunto con produttori, distributori, raccoglitori e riciclatori. “Non è un elenco di doglianze – dice Andrea Fluttero, presidente di Erion – ma una serie di modifiche normative che hanno trovato l’accordo da parte di tutti gli anelli della filiera”.
Una serie di proposte per recuperare il gap con gli obiettivi di recupero fissati dall’Ue – dovremmo raccogliere 11 kg per ogni abitante ma siamo fermi a 6 – e contribuire a ridurre la dipendenza del sistema italiano dalle importazioni di materie prime dall’estero. Dal riciclo di mille tonnellate di rifiuti elettronici domestici, spiega infatti Erion, si possono ricavare circa 900 tonnellate di materie prime seconde: oltre 500 tonnellate di ferro, più di 130 tonnellate di plastiche, circa 100 tonnellate di vetro, 80 tonnellate di cemento, 25 tonnellate di rame, 20 tonnellate di alluminio, 10 di legno e 15 di altri materiali. Senza dimenticare che l’adozione di metodologie idonee di trattamento permette di evitare l’emissione in atmosfera di quasi 7mila tonnellate di CO2eq e di risparmiare oltre 1,5 milioni di kWh di energia per ogni mille tonnellate di Raee gestiti.
“Oggi i nostri prodotti sono recuperabili per più del 95% – dice Marco Imparato, Direttore Generale Applia Italia – tutto quello che non facciamo per recuperare questo valore è un danno incredibile per l’intera filiera“. Da qui l’appello per un intervento su più fronti: dal potenziamento della raccolta domiciliare all’introduzione di nuovi sistemi di micro-raccolta, passando per l’adozione di nuove iniziative di comunicazione per i cittadini. Tra i nodi da sciogliere anche quello della burocrazia, che rallenta gli investimenti in nuovi e più efficienti sistemi di trattamento, così come quello dei flussi paralleli e dei traffici illeciti, da contrastare con misure di sanzione e controllo. A partire da una maggiore regolamentazione delle vendite on-line, per evitare fenomeni di ‘free riding’, ovvero il mancato rispetto degli obblighi amministrativi, ambientali e soprattutto finanziari previsti dalla disciplina della responsabilità estesa del produttore. “Molti non pagano l’eco-contributo – dice Davide Rossi, presidente di Aires – un problema che Paesi come Francia e Germania hanno già affrontato, dicendo molto semplicemente che le piattaforme di vendita on-line sono responsabili del versamento del contributo anche quando si limitano alla sola intermediazione”.
Serve risvegliare l’attenzione delle istituzioni sul tema, dice Erion, quella che negli ultimi anni è mancata, come dimostra la perdurante assenza del comitato interministeriale di vigilanza e controllo. Un segnale incoraggiante, in questo senso, è arrivato nei giorni scorsi con l’adozione di una deroga temporanea sugli stoccaggi che consentirà al sistema di ammortizzare gli incrementi esponenziali di televisori da rottamare legati all’erogazione del ‘bonus tv’. Una proroga arrivata in extremis, dopo i reiterati appelli mossi da tutti gli attori della filiera. “Il dovere del legislatore è quello di ascoltare e mettere a terra – dice l’On. Alessandra Gallone, prima firmataria dell’emendamento che ha sbloccato la deroga per gli stoccaggi – dispiace essere arrivata un po’ in ritardo sul tema della deroga. Dover aspettare tanto tempo per far recepire l’ovvio per noi parlamentari è abbastanza frustrante. Ma non ci fermiamo“.