«Ripristineremo l’immagine e la dignità della Campania, del Sud e dell’Italia, perché questo problema ha sporcato l’immagine dell’Italia intera nel mondo. Comincia oggi un’operazione che porterà alla cancellazione della “Terra dei Fuochi”». È il mega sito di Taverna del Re-Lo Spesso il palcoscenico scelto dal presidente della giunta regionale della Campania Vincenzo De Luca per dare il via alla prima fase del suo ambizioso programma di smaltimento definitivo delle ecoballe: quella dei trasferimenti fuori regione. Scelta simbolica, visto che nell’area di stoccaggio a metà strada tra Giugliano e Villa Literno sono parcheggiate ben quattro delle cinque milioni e mezzo di tonnellate di ecoballe prodotte in Campania nel periodo che va dall’agosto 2001 al luglio del 2009. Un vero e proprio sacrario degli anni neri dell’emergenza rifiuti, una piccola fetta del quale si prepara a prendere la via dello smaltimento fuori regione.
Si comincia dai lotti 5 e 6 di Villa Literno, 100mila tonnellate l’uno, che le imprese Vibeco, B.M. Service e Sirio Ambiente & Consulting, dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni, dovrebbero smembrare e spedire in discarica o ad incenerimento in Spagna o Romania. Nel frattempo i rifiuti prelevati dovrebbero essere stoccati in Italia. Oggi, a titolo dimostrativo, la rimozione della prima ecoballa. Stando al piano straordinario approvato lo scorso gennaio dalla giunta De Luca – e generosamente finanziato dal governo con uno stanziamento da 450 milioni di euro in tre anni – dovrebbero essere poco meno di 800mila le tonnellate di rifiuti in balle da smaltire fuori dai confini regionali, al costo complessivo di circa 120 milioni di euro. A valle della prima gara d’appalto bandita da Palazzo Santa Lucia ne sono state aggiudicate solo 480 mila, divise in 5 lotti per altrettanti raggruppamenti d’impresa ma, ha spiegato De Luca, si sta già procedendo alla riassegnazione dei lotti andati deserti. Incenerimento o discarica, in Italia o in Europa: a scegliere la destinazione dei rifiuti imballati saranno le imprese aggiudicatrici. Le operazioni, da programma, dovrebbero concludersi nella primavera del 2017.
A trasporti fuori regione ultimati, stando al programma, resteranno da smaltire altre 4 milioni 300mila tonnellate di balle. Il piano De Luca ne prevede l’apertura e rilavorazione negli Stir rifunzionalizzati, finalizzata al recupero di materia ed alla produzione di combustibile da rifiuti, mentre le frazioni non destinabili all’una o all’altra linea di lavorazione dovrebbero essere smaltite in discariche controllate da allestirsi nelle cave dismesse. «È un programma gigantesco, da far tremare i polsi» ha detto il governatore della Campania, che ha ringraziato il presidente del Consiglio Matteo Renzi per aver avuto «il coraggio di destinare mezzo miliardo di euro alla Campania, un atto di grande valore morale oltre che politico».
Ringraziamenti ai quali il presidente del Consiglio ha tempestivamente risposto postando sul suo profilo Facebook: “Oggi, finalmente, il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, dimostrando che è possibile cambiare verso alla Campania, ha dato il via dopo dieci anni alla rimozione della prima ecoballa”. Del resto, che l’intera operazione ecoballe, frutto della sinergia tra Palazzo Chigi e Palazzo Santa Lucia, sia vista dai due ex sindaci come una potente occasione di consolidamento del consenso è cosa innegabile. Se sarà l’annunciata svolta per la Campania o soltanto una costosa operazione di marketing politico, però, solo il tempo potrà dirlo. Quel che è certo, è che l’appoggio del governo, per quanto generoso, non è incondizionato.
Quello di De Luca, infatti, è un piano colossale, sulla cui fattibilità non sono in pochi a nutrire dubbi. Tant’è che lo stesso Renzi continuerà a finanziarlo solo se l’ex sindaco di Salerno si dimostrerà capace di portarlo avanti secondo le scadenze fissate da un cronoprogramma concordato. Prossima dead-line fissata alla fine di giugno, termine entro il quale occorrerà completare l’iter tecnico-amministrativo per l’adeguamento degli impianti Stir e per l’allestimento delle discariche controllate nelle cave dismesse. Ciò significa che entro il prossimo mese dovranno essere completati studi di fattibilità, progetti preliminari e capitolati di gara, o il flusso dei trasferimenti da Roma potrebbe bruscamente interrompersi. Una lotta contro il tempo anche per chi, come De Luca, è abituato a marciare a tappe forzate.
Senza dimenticare che, nel frattempo, c’è anche da fare i conti con le sanzioni europee. Quelle per le 48 discariche abusive – che De Luca garantisce «saranno bonificate entro la fine dell’anno» – ma soprattutto quelle per le inefficienze del ciclo rifiuti regionale, costate alla Campania una maximulta da 20 milioni più 120mila euro di sanzioni quotidiane. Sanzioni che l’Ue continuerà a comminare fino al completamento dell’impiantistica necessaria a garantire l’autosufficienza regionale nella gestione degli rsu. Il governatore della Campania spera però che l’avvio dell’operazione ecoballe, in virtù della sua portata epocale, possa convincere la Commissione a rinegoziare l’importo delle multe quotidiane. «Oggi – ha detto – presentarci a Bruxelles potendo dire “ci eravamo impegnati a rimuovere le ecoballe e l’operazione è cominciata” credo possa aiutarci ad ottenere una flessibilità, una tolleranza ulteriore per risolvere questo problema». Peccato che proprio di recente la Commissione Europea abbia chiarito che il solo smaltimento delle ecoballe non basta a ridurre le sanzioni. Alla Campania, ha spiegato l’Esecutivo Ue, servono soprattutto un nuovo piano rifiuti ed una rete impiantistica che sia in linea con le direttive europee. Insomma, le ecoballe vanno via a colpi di milioni ma le sanzioni, almeno per il momento, tocca continuare a pagarle.