Esiste, ed è stata aggiornata dall’ISPRA, la mappa nazionale del dissesto idrogeologico sulla base dei dati forniti dalle Autorità di Bacino Distrettuali. L’Istituto la descrive all’interno dell’omonimo rapporto pubblicato a luglio, fornendo il quadro di riferimento sulla pericolosità per frane e alluvioni dell’intero territorio nazionale e sugli indicatori di rischio relativi a popolazione, famiglie, edifici, imprese e beni culturali. La frana che nei giorni scorsi ha coinvolto il costone retrostante la spiaggia di Marianello nel comune di Licata (AG) e le recenti frane di luglio e agosto che hanno interessato le località balneari dello Zingarello ad Agrigento, di Chiaia a Procida e Chiaia di Luna a Ponza, ricadono proprio nelle aree a pericolosità per frane indicate nella mappa nazionale.
Secondo il Rapporto oltre 7 milioni di persone risiedono in territori vulnerabili, più di 1 milione vive in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata (PAI – Piani di Assetto Idrogeologico) e più di 6 in zone a pericolosità idraulica nello scenario medio (ovvero alluvionabili per eventi che si verificano in media ogni 100-200 anni).
Nove le regioni con il 100% di comuni a rischio idrogeologico: Valle D’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria; a queste si aggiungono l’Abruzzo, il Lazio, il Piemonte, la Campania, la Sicilia e la Provincia di Trento con percentuali tra il 90% e il 100%.
Il 91% dei comuni italiani ed oltre 3 milioni di nuclei familiari vivono in territori classificati ad alta pericolosità. La superficie potenzialmente soggetta a frane supera l’8% del territorio nazionale (+2,9% rispetto al 2015) e quella potenzialmente alluvionabile nello scenario medio sfiora i 25.400 km2 (+4%). Complessivamente 16,6% del territorio nazionale è mappato nelle classi a maggiore pericolosità per frane e alluvioni (50 mila km2).
Ancora, quasi il 4 % degli edifici italiani (oltre 550 mila) si trova in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata e più del 9% (oltre 1 milione) in zone alluvionabili nello scenario medio. Mappato anche il patrimonio culturale: i dati dell’ISPRA individuano nelle aree franabili quasi 38 mila beni, dei quali oltre 11 mila ubicati in zone a pericolosità da frana elevata e molto elevata, mentre sfiorano i 40 mila i monumenti a rischio inondazione nello scenario a scarsa probabilità di accadimento o relativo a eventi estremi; di questi, più di 31 mila si trovano in zone potenzialmente allagabili anche nello scenario a media probabilità.