In Italia nel 2019 i benefici diretti del riciclo hanno superato il miliardo di euro. Come? Sommando 402 milioni di euro, cioè il valore economico della materia recuperata grazie al riciclo, i 27 milioni di euro derivanti dall’energia prodotta da recupero energetico, e i ben 592 milioni di euro di indotto economico generato dalla filiera. Sono questi i numeri del Green Economy Report 2020 realizzato da CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi in partnership con la Fondazione Sviluppo Sostenibile, che riporta i benefici economici e ambientali generati dall’attività del sistema consortile nel 2019. Impressionante il risparmio di materia prima vergine garantito dall’avvio a riciclo degli imballaggi: 4 milioni e 469mila tonnellate, pari al peso di 440 torri Eiffel.
Per essere più chiari – fa sapere il CONAI – sono state risparmiate ben 270mila tonnellate di acciaio, pari a quello usato per 702 treni Frecciarossa; oltre 19mila tonnellate di alluminio, che corrispondono a 1,8 miliardi di lattine; un milione e 80mila tonnellate di carta, ossia più di 433 milioni di risme di fogli A4; 907mila tonnellate di legno, l’equivalente di 41 milioni di pallet; 433mila tonnellate di plastica, pari a 9 miliardi di flaconi in PET per detersivi da un litro; un milione e 760mila tonnellate di vetro, il corrispettivo di quasi 5 miliardi di bottiglie di vino da 0,75 litri.
«Sono numeri che fanno riflettere» commenta Luca Ruini, presidente CONAI. «Come ricordo spesso, l’Italia in Europa è seconda solo alla Germania per riciclo pro-capite dei rifiuti di imballaggio. Abbiamo praticamente già raggiunto gli obiettivi europei di riciclo richiesti entro il 2025, e il nostro sistema Paese continua a fare scuola in Europa. Anche perché ha uno dei sistemi di responsabilità estesa del produttore meno costosi e più efficienti. Ora dobbiamo continuare a lavorare per incentivare l’eco-design e per sviluppare e potenziare le tecnologie per il riciclo, auspicando al più presto incentivi fiscali per chi usa materia prima seconda: la sua domanda sta purtroppo calando, e non possiamo permetterci di lasciare inutilizzati gli enormi quantitativi di materiale che il Paese ricicla. Ci auguriamo per questo si arrivi presto anche a una concreta attuazione del Green Public Procurement e alla chiusura di nuovi provvedimenti sull’End of Waste».
La gestione CONAI del riciclo di imballaggi ha consentito di risparmiare circa 23 terawattora di energia primaria, a fronte dei 21 dell’anno precedente, vale a dire il consumo elettrico medio annuo di 6 milioni di famiglie italiane. In tema di CO2 è stata evitata l’emissione di oltre 4 milioni e 300mila tonnellate, pari al quantitativo di emissioni generate da circa 10mila tratte aeree Roma-New York andata e ritorno. 124 milioni di euro è stato il beneficio indiretto derivato dalla quantità di CO2 risparmiata.
«Nel 2020, l’anno della pandemia, la domanda e i prezzi di mercato delle materie prime vergini sono fortemente calati, per il calo delle attività produttive e dei consumi, in particolare delle plastiche e della carta» dichiara Edo Ronchi, presidente Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. «Di conseguenza sono calati in modo consistente anche domanda e prezzi di mercato delle materie prime seconde ricavate dal riciclo dei rifiuti. Se il nostro sistema non fosse stato adeguatamente organizzato e fosse dipeso solo dal mercato, avremmo corso il serio rischio di avere i rifiuti per strada perché il loro riciclo – che attualmente è la loro principale forma di gestione – non era conveniente dato il forte calo dei prezzi di mercato delle materie prime seconde ricavate dal riciclo. Questa crisi è stata evitata grazie al sistema CONAI che, col contributo ambientale pagato, con bassissima elusione, dai produttori e utilizzatori di imballaggi, ha assicurato il ritiro dei rifiuti d’imballaggio della raccolta differenziata sull’intero territorio nazionale, di tutti i tipi compresi quelli meno convenienti, a prescindere dalle condizioni di mercato delle MPS, ha consentito ai Comuni di continuare ad incassare un corrispettivo economico e ai riciclatori, in particolare difficoltà, di beneficiare di un sostegno dei prezzi, mantenendo in funzione la filiera e evitando la chiusura degli impianti di riciclo. Purtroppo in Italia si continua a sottovalutare il valore del sistema CONAI e a cercare di bloccare una delle poche iniziative ambientali che hanno prodotto risultati importanti».
Anche in materia di discariche il CONAI registra numeri importanti. Tra il 1998 e il 2019 il sistema consortile ha garantito l’avvio a riciclo di quasi 32 milioni di tonnellate di imballaggi: libere 160 nuove discariche per ben ventidue anni.
L’impegno del CONAI dimostra una copertura a livello nazionale: più del 92% i Comuni italiani che hanno stipulato convenzioni con il sistema consortile grazie all’Accordo con ANCI. 653 milioni di euro sono stati trasferiti da CONAI ai Comuni per coprire i maggiori oneri della raccolta differenziata; 1 milione e 300mila euro sono stati destinati ai progetti territoriali che hanno interessato circa 6 milioni e 500mila cittadini.
«Le aree del Sud Italia hanno maggiori margini di miglioramento» conferma il presidente Ruini, «e stanno facendo passi da gigante nell’avvicinarsi alle cifre del Nord del Paese, che storicamente performa meglio quando si parla di raccolta differenziata. Continuiamo a lavorare con progetti specifici per affiancare i Comuni del Centro-Sud nello sviluppo di piani per la raccolta differenziata; molti di loro hanno raggiunto in pochi anni grandissimi risultati. Il Sud continua però a scontare un problema di grave carenza impiantistica per il trattamento dei rifiuti: l’augurio è che parte delle risorse del Recovery Fund possa essere impiegata per risolverlo».
Un’Italia a “tre velocità”, come suggerisce Maria Cristina Piovesana, vice presidente di Confindustria. I numeri del Green Economy Report parlano chiaro: nel 2019 il 53% dei rifiuti di imballaggio conferiti in convenzione ANCI-CONAI è arrivato dal Nord Italia; il 28% dalle regioni del Sud e il 19% da quelle del Centro. Il Mezzogiorno è quello che ha registrato il maggior conferimento di rifiuti di imballaggio pro-capite negli ultimi cinque anni: uno scatto di 36 kg per abitante che, nel 2019, ha permesso di raggiungere una media totale di 86 kg, sfiorando i 100 kg di imballaggi conferiti in raccolta differenziata dalle regioni del Nord.