L’economia circolare in cinque mosse: è questo in sintesi il contenuto di un documento programmatico licenziato da FISE Assoambiente, l’associazione delle imprese che lavorano nel campo dei servizi ambientali. Non solo impianti nei territori che ne hanno disperato bisogno, ma anche incentivi economici e una nuova fiscalità che siano motore per mercato e imprenditori orientati verso i target europei nella gestione dei rifiuti. Addirittura, per gli operatori di settore i fondi del piano Next Generation Eu dovrebbero essere utilizzati proprio per finanziare questo tipo di politica così come si è fatto in edilizia con l’ecobonus, nell’automotive o ancora nell’industria 4.0.
Ma guardiamo nel dettaglio le cinque proposte di FISE: la prima, rivoluzionare il concetto di Tari, il tributo che genera un gettito da 11 miliardi di euro l’anno a carico di imprese e cittadini secondo FISE deve essere rivisto in modo da generare un sistema di corrispettivi che gratifichi e incentivi gli operatori della raccolta in investimenti e premi gli sforzi dei cittadini. Contestualmente andrebbe promosso il passaggio all’adozione del sistema di tariffazione puntuale, utilizzato da appena il 9,5% dei comuni italiani.
La seconda mossa auspicata da FISE è quella di rafforzare il concetto di responsabilità estesa del produttore e per farlo, tra le altre cose, è necessario estendere l’applicazione di questo concetto a tutti i flussi di rifiuti che finiscono nel circuito della raccolta differenziate, proteggere dalle oscillazioni di prezzo e di materiali riciclati grazie all’applicazione su larga scala del concetto di EPR.
Il terzo pilastro della proposta FISE è l’introduzione dell’utilizzo del certificato del riciclo, obbligo che andrebbe a cadere in capo ai produttori e che dovrebbe essere regolamentato dal gestore dei servizi energetici. In questa direzione anche IVA più bassa per i prodotti contenenti una parte di riciclato, obbligo di una quota di materiale riciclato di prodotti, ammendante a IVA 0 Green Public Procurement.
Il quarto capitolo della strategia di FISE si basa sugli incentivi al recupero energetico attraverso il via libera ai finanziamenti della Banca Europea degli investimenti a tale tipologia di impianti con emissioni inferiori ai 250 grammi di CO2 per kWh di prodotti, impianti da utilizzare per tutti i rifiuti che ad oggi non hanno altra destinazione che la discarica o l’inceneritore.
In ultimo, per completare il processo di transizione le imprese del mondo FISE chiedono l’abolizione della tassa provinciale dei rifiuti con conseguente riduzione della Tari, rimodulazione dell’ecotassa, l’abolizione dell’addizionale della differenziata, la destinazione del gettito della tassazione sui rifiuti per finanziare impianti di recupero e non la spesa della pubblica amministrazione. Tali prelievi dovrebbero infatti confluire in un fondo nazionale per gli investimenti green. Ancora, modifica della tassazione sulla plastica, destinandone il gettito all’industria del riciclo per renderla obiettivamente una tassa di scopo.