Dal prossimo anno scatta l’obbligo della doppia etichetta sugli imballaggi, strumento indispensabile per favorire una corretta raccolta differenziata, ma la norma lascia ancora qualche dubbio
Per un mondo sempre più sostenibile e rispettoso dell’ambiente anche la filiera industriale è tenuta a fare la sua parte agevolando imprese e cittadini nella delicata fase di raccolta differenziata. Come? Con l’etichettatura ambientale, strumento obbligatorio dal prossimo gennaio 2022 che riporta non solo i dettagli di composizione dell’imballaggio, ma anche le relative indicazioni di raccolta, così che il consumatore sarà guidato fino alla fase finale del conferimento. Una misura fondamentale per migliorare le buone pratiche di differenziata, ma soprattutto per spianare la strada verso i target europei di riciclo sempre più vincolanti.
“Siamo riusciti a fare sistema per far sì che l’Italia possa essere pronta nell’applicare la nuova etichettatura che diventerà da volontaria a obbligatoria con l’inizio dell’anno. Oggi siamo già al 73% di seconda vita degli imballaggi, ma non basta perché gli obiettivi di riciclo fissati dall’Ue sono sempre più sfidanti” afferma Luca Ruini, presidente Conai.
“Questo è stato anche il caso in cui una norma, nata come un adempimento, viene oggi vista sul fronte delle opportunità che può dare alle imprese per meglio comunicare le proprie prestazioni ambientali e questo non è facile, perché spesso l’ambiente è inteso più come un costo che come un’opportunità. In questo caso siamo riusciti a invertire la logica. Si parla tanto di economia circolare perché siamo in una fase in cui credo vada accelerata anche la nostra capacità di cogliere questa sfida, ma si parla meno di come accompagnare le imprese in questo percorso” dichiara Barbara Gatto, CNA.
E infatti non sono mancate criticità e false partenze. Il 26 settembre dello scorso anno è entrato in vigore l’obbligo immediato della doppia etichetta, una per fornire indicazioni di raccolta e l’altra per identificare la composizione dell’imballaggio. Una misura che però ha comportato non poche difficoltà applicative, costringendo le associazioni imprenditoriali a richiedere l’introduzione di un regime transitorio, a cui ha fatto seguito prima una sospensione parziale fino al 31 dicembre 2021 con il solo obbligo di descrivere le caratteristiche dell’imballaggio e in seguito la sospensione totale dell’etichettatura con rinvio al 1 gennaio 2022. E di fronte a queste difficoltà il Conai non si è tirato indietro, proponendo la sua Academy Week, un ciclo di nove incontri tra consorzi e associazioni per discutere delle migliori soluzioni da mettere in campo. Un valido aiuto alle imprese per adeguarsi entro i tempi previsti alla nuova normativa.
“Il tema dell’etichettatura ambientale non è una novità. Le aziende da anni lo stavano affrontando. C’è chi aveva già iniziato a inserire le etichette sui propri imballaggi ai fini della corretta indicazione al consumatore del ‘dove lo butto?’, ma era un’attività volontaria. Diverso è passare a un’attività cogente dal 1° gennaio 2022. Quindi, è fondamentale sviluppare competenze specifiche che possano supportare le imprese in questo adempimento” spiega Simona Fontana del Conai.
Un esempio di sinergia tra imprese, consorzi e associazioni che ha permesso di elaborare delle linee guida con l’obiettivo di favorire una lettura condivisa dei nuovi obblighi per fornire strumenti di orientamento e supporto alle imprese a fronte di una norma che lascia ancora qualche dubbio.
“L’economia circolare presuppone un gioco di squadra. Tutti gli attori devono essere impegnati, ma per far sì che funzioni bisogna parlarsi. L’etichettatura è uno dei modi per parlarsi, per far viaggiare informazioni, per fare gioco di squadra” aggiunge Marco Ravazzolo di Confindustria.