In Emilia Romagna con il progetto Ricircola si punta a ridurre lo spreco di imballaggi: aumenta l’efficienza di recupero della plastica del 120% grazie alle modalità di raccolta e separazione del rifiuto
Nuovi sistemi di raccolta differenziata degli imballaggi di plastica per aumentare l’efficienza dei processi di riciclo sono quelli sperimentati nell’ambito del progetto Ricircola, promosso dal Centro Interdipartimentale di Ricerca Industriale dell’Università di Bologna con l’obiettivo di migliorare il fine vita delle vaschette alimentari tramite l’integrazione e la responsabilizzazione di tutti gli attori della filiera, primo fra tutti il consumatore. «È emerso in maniera chiara che l’Europa doveva virare verso un nuovo paradigma economico, quello dell’economia circolare e della sostenibilità. Quindi, il progetto Ricircola nasce in questo contesto», spiega Augusto Bianchini dell’Università di Bologna.
Dai dati analizzati a seguito del periodo esecutivo durato due mesi emerge che il modello proposto da Ricircola consente di aumentare l’efficienza di recupero della plastica del 120% grazie alle modalità di raccolta e separazione del rifiuto. Coinvolti in questa iniziativa sostenibile tre punti vendita Conad della Romagna dove, fino al 15 novembre 2020, i clienti hanno avuto la possibilità di acquistare i prodotti contrassegnati dal simbolo Ricircola, conferendo poi la vaschetta in plastica vuota presso i punti di raccolta allestiti nei supermercati coinvolti. Impegno a cui è stato corrisposto un rimborso simbolico di 0,20€ per ogni vaschetta riconsegnata. I risultati evidenziano chiari segnali di positività, soprattutto se messi a confronto rispetto al tradizionale sistema di raccolta.
«La differenza è sostanziale – chiarisce Jessica Rossi dell’Università di Bologna – e si vede a parità di materiale raccolto: nella tipica raccolta differenziata avremo, quindi, una selezione che ha un’efficienza del 62% e un riciclo con un’efficienza del 33%. Quindi, considerando il 100% di ciò che entra nelle case del consumatore, quello che si ricicla è circa il 18%. Con Ricircola, invece, l’efficienza di selezione passa al 100%. Questo flusso così puro consente anche di aumentare l’efficienza di riciclo al 45%, per cui la plastica effettivamente riciclata aumenta fino al 39% con una crescita del 120% in termini di plastica riciclata».
A supporto del sistema Ricircola è stato implementato un modello di visualizzazione di tipo quantitativo, ViVACE, progettato per sistematizzare i dati raccolti. Inoltre, estendendo il progetto Ricircola ad un anno intero e mantenendo costanti le vendite, si stimano 155 vaschette riconsegnate su 190 vendute con la conseguente diminuzione di plastica destinata al recupero energetico e alla discarica. Ma la strada per chiudere definitivamente il cerchio nella gestione dei rifiuti in plastica è ancora lunga e in salita. «Il processo di riciclo risulta ancora inefficiente a causa di varie problematiche legate alla plastica, come il packaging che dovrebbe essere totalmente monomateriale, mentre noi abbiamo usato un’etichetta per contraddistinguerla», spiega Matteo Morolli dell’Università di Bologna.
«Il nostro vero problema – aggiunge Loris Giorgini dell’Università di Bologna – sono le plastiche che non possono essere riciclate per via meccanica perché sono dei mix, i poliaccoppiati. Quindi, è necessario un approccio integrato: non possiamo solamente pensare al riciclo meccanico, perché una parte delle plastiche da gestire non può essere riciclata in quel modo ed è necessario ricorrere al riciclo chimico. Dobbiamo vincere questa sfida perché siamo molti bravi anche a fare chimica in Italia».
Sul fronte consorzi, Antonio Furiano di Corepla chiarisce: «Ritengo che il progetto sia sicuramente una buona iniziativa per far crescere la sensibilità nel consumatore, consapevole del fatto che anche questi tipi di imballaggi possono essere riciclati. Sicuramente ci sono ancora grossi margini di miglioramento per quanto riguarda la progettazione di imballaggi affinché possano essere riciclati in maniera meccanica, ma non va esclusa la nuova frontiera del riciclo chimico».