Nel 2020 evitate 4 milioni 400mila tonnellate di CO2 equivalente, pari alle emissioni generate da 10mila voli andata e ritorno Roma-New York
Un 2020 da record per l’Italia che corre spedita verso gli ambiziosi target europei di economia circolare e che nell’anno della pandemia riesce a superare ogni aspettativa, portando a casa un +73% di riciclo, oltre 9 milioni di tonnellate di imballaggi riciclati, nonostante l’emergenza sanitaria abbia fatto crollare l’immesso al consumo. Un risultato storico, fotografia di un sistema che non solo ha retto, evitando che alla crisi sanitaria facesse seguito anche una crisi ambientale, ma che addirittura ha saputo spingersi oltre, superando di gran lunga il target europeo del 65% di riciclo entro il 2025. E se a questi dati aggiungiamo anche il recupero, ossia lo sfruttamento dei materiali di imballaggio come fonte energetica, i numeri salgono di gran lunga, raggiungendo l’83,7% del totale dei rifiuti di imballaggio complessivamente recuperati, con un risparmio di materia prima vergine di 4 milioni e 631mila tonnellate, pari cioè al peso di 460 torri Eiffel. Sono solo alcuni dei dati presentati ad Ecomondo, l’expo della green economy, dal Conai, Consorzio Nazionale degli Imballaggi, nel report di sostenibilità che annualmente quantifica le performance ambientali del sistema.
Ammontano a un miliardo e 274 milioni di euro i benefici economici connessi alle attività svolte dal sistema consortile per il riciclo degli imballaggi, il doppio rispetto al 2005. Grazie al riciclo, i materiali da imballaggio risparmiati nel 2020 corrispondono a 278mila tonnellate di acciaio, equivalente a quello di 722 treni Frecciarossa; 16mila tonnellate di alluminio, che corrispondono a 1,5 miliardi di lattine; un milione e 233mila tonnellate di carta, il corrispettivo, cioè, di 494 milioni di risme di fogli A4; 830mila tonnellate di legno, pari a 38 milioni di pallet; 470mila tonnellate di plastica, ossia circa 10 miliardi di flaconi in PET per detersivi da un litro; e un milione e 804mila tonnellate di vetro, che sono quelle di 5 miliardi di bottiglie di vino da 0,75 litri.
“Nonostante l’anno della pandemia particolarmente difficile per aziende e consumatori, siamo orgogliosi di presentare risultati che mostrano un target di riciclo pari al 73% degli imballaggi immessi al consumo. Un record storico che ha implicato delle ricadute positive in termini ambientali, perché se pensiamo ai materiali che è stato possibile risparmiare proprio grazie al riciclo stiamo parlando delle equivalente di 460 torri Eiffel, quindi un numero davvero molto importante. Tema ancora più rilevante quello delle emissioni di CO2 che è stato possibile evitare grazie proprio alle attività di riciclo: le emissioni quantificate sono pari a 10mila voli andata e ritorno Milano-New York. Quindi, stiamo parlando di una filiera che riesce a garantire non solo dei risultati di riciclo in linea con le aspettative, anzi anticipando i risultati attesi e gli obiettivi a livello europeo, ma nello stesso tempo che riesce a contribuire anche ai processi di decarbonizzazione e di riduzione dell’impatto ambientale dell’economia nazionale” dichiara Simona Fontana del Conai.
E con questi numeri da capogiro l’ambiente non può che ringraziare. Scendendo nel dettaglio, il 39% delle emissioni evitate è imputabile all’avvio a riciclo di rifiuti di imballaggio in vetro, seguito da quello della carta (28%) e della plastica (19%). Importanti anche i numeri derivanti dal risparmio energetico legato alle attività di riciclo, che è in grado di coprire i consumi di 7 milioni di famiglie italiane: nel 2020, infatti, è stato evitato il consumo di 24 TWh di energia primaria. L’apporto principale a questo risparmio è da riconoscere al riciclo della plastica con una quota di oltre il 40%. Il riciclo del vetro è al secondo posto con il 28,8%. Quello della carta al terzo con il 20,6%. Risultati d’eccellenza, che consentono alla filiera italiana del riciclo degli imballaggi di presentarsi da protagonista all’appuntamento con la COP26 di Glasgow e con la più ambiziosa sfida del nostro tempo, quella per la neutralità climatica. “Abbiamo sviluppato 25 anni di competenze che ci consentiranno di dare una mano all’Italia a vincere la sfida, da un lato dell’economia circolare e dall’altro della decarbonizzazione, perché risparmiare materia prima vuol dire anche riuscire a immettere meno CO2 nell’ambiente” spiega Luca Ruini, presidente del Conai.