Il via libera del Senato al ‘dl aiuti’, che potrebbe segnare la fine del governo Draghi, segna di certo l’inizio del commissariamento ai rifiuti guidato dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Ora l’attesa è per il piano di gestione con l’annunciato inceneritore da 600mila tonnellate
Se il via libera del Senato al ‘dl aiuti’ avrà segnato la fine dell’esecutivo guidato da Mario Draghi si saprà soltanto mercoledì prossimo, quando il presidente del Consiglio riferirà in Parlamento sulla crisi aperta dal Movimento 5 Stelle. Quel che invece è certo è che l’approvazione a Palazzo Madama con 172 voti favorevoli, 39 contrari e l’assenza dei senatori pentastellati, segna l’inizio dell’esperienza del sindaco di Roma Roberto Gualtieri nei panni di commissario ai rifiuti per la Capitale. È attesa tra oggi e domani la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del provvedimento che sblocca interventi per 20 miliardi di euro a favore di famiglie e imprese. E che concederà al primo cittadino, nelle vesti di commissario per il Giubileo del 2025, poteri speciali per accelerare la realizzazione di impianti per la chiusura del ciclo rifiuti, a partire dall’annunciato termovalorizzatore. La misura, unita alle frizioni sul superbonus, rappresenta di fatto il ‘casus belli’ che ha condotto alla frattura tra Palazzo Chigi e il partito di Giuseppe Conte, storicamente ostile alla realizzazione di impianti di incenerimento.
Con l’entrata in vigore del provvedimento, il sindaco Gualtieri, già commissario per il Giubileo, diventa di fatto commissario ai rifiuti e, ai sensi dell’articolo 13, dovrà predisporre e adottare “il piano di gestione dei rifiuti di Roma Capitale”, che dovrebbe essere presentato entro fine mese. Uno strumento che darà al Campidoglio la possibilità di imprimere una netta accelerazione alla realizzazione dei progetti per i nuovi impianti, i due digestori anaerobici che dovrebbero essere finanziati con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma soprattutto il termovalorizzatore da 600mila tonnellate, fin qui solamente annunciato da Gualtieri.
Dotandosi di un proprio piano di gestione, Roma potrà avviare l’iter amministrativo per la realizzazione dell’impianto senza dover attendere l’aggiornamento del piano regionale attualmente in vigore, che non prevede nuova capacità di recupero energetico. Sempre ai sensi dell’articolo 13, sarà il commissario per il Giubileo ad approvare “i progetti di nuovi impianti per la gestione di rifiuti, anche pericolosi”, e ad autorizzare le operazioni di smaltimento e recupero di rifiuti. Per assicurare la continuità delle attività di raccolta e gestione, Gualtieri potrà emanare ordinanze, sentita la Regione Lazio, “in deroga a ogni disposizione di legge diversa da quella penale”.
Il piano di gestione dei rifiuti della Capitale, si legge nel testo licenziato ieri dal Senato, dovrà essere redatto nel rispetto “degli indirizzi del Programma nazionale per la gestione dei rifiuti”, la riforma del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvata lo scorso 28 giugno dal Ministero della Transizione Ecologica che detta le linee guida in base alle quali gli enti deputati alla pianificazione dei cicli di gestione dei rifiuti, tra i quali da oggi figura anche Roma Capitale, dovranno stabilire quali e quanti impianti costruire per massimizzare il riciclo e tagliare lo smaltimento in discarica. Anche facendo ricorso a impianti di recupero energetico. Le Regioni avranno 18 mesi per aggiornare i piani di gestione attualmente in vigore e allinearli alle linee guida del MiTE. Quello di Roma Capitale sarà già pronto entro la fine di questo mese.