Contrastare lo spreco alimentare grazie all’economia circolare: ecco come la giovane Agree NET trasforma i sottoprodotti di frutta e verdura invenduti in una pellicola vegetale che garantisce freschezza e maggiore durata agli alimenti
Combattere lo spreco alimentare, allungando la vita di frutta e verdura grazie a soluzioni innovative e circolari per la loro conservazione. È lo scopo di una giovane startup torinese, che ha dato vita a un particolare tipo di packaging a base vegetale e completamente riciclato per l’industria agroalimentare. “La nostra mission è contrastare lo spreco alimentare grazie all’economia circolare, garantendo a frutta e verdura una maggiore durata. Siamo riusciti a sviluppare una pellicola protettiva che riesce a mantenere la freschezza degli alimenti, garantendogli maggiore durata. In questo modo, riusciamo a contrastare lo spreco alimentare, dovuto al rapido deperimento di alcuni frutti, in particolare fragole, pesche e albicocche” spiega Gustavo Gonzalez di Agree NET. Una vera e propria emergenza, quella dello spreco di cibo: nel 2021 gli Italiani hanno gettato in pattumiera 7 miliardi di euro, pari allo sperpero di circa un milione e 866mila tonnellate di frutta, verdura, ortaggi a lungo dimenticati in frigo o in dispensa. Sono questi i numeri raccolti da Ipsos sulla base degli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio Waste Watcher International: con un aumento del 15% rispetto al 2020, nelle case degli italiani più di 30 kg annui di cibo avariato finiscono nella spazzatura.
Da qui il progetto Agree NET, nato lo scorso anno dall’idea di quattro giovani laureandi e laureati che hanno messo insieme le loro competenze per combattere il food waste seguendo la strada dell’economia circolare. “Siamo riusciti a estrarre le molecole naturali da sottoprodotti agricoli – aggiunge Gustavo Gonzalez – che per estetica o qualità non possono essere più venduti o mangiati. Grazie alla nostra tecnologia, processiamo ed elaboriamo le molecole così estratte e le lavoriamo per produrre il nostro rivestimento”. Una pellicola vegetale capace di trattenere l’umidità, rallentare l’ossidazione e conservare così la freschezza fino a tre volte in più rispetto a un normale film protettivo.
E così, unendo le conoscenze in materia di chimica, biologia, scienza dei materiali ed economia ambientale in un laboratorio alle porte di Torino Gustavo Gonzalez, Irene Masante, Arianna Sica e Stefano Feroli sperimentano, analizzano e perfezionano il processo produttivo di Agree NET. “Abbiamo un laboratorio a disposizione dove ci occupiamo di ricerca e sviluppo per la realizzazione del nostro film protettivo. In futuro, a seconda della domanda dei nostri potenziali clienti, punteremo a esternalizzare la produzione, qualora dovessimo riuscire a incrementare le vendite” dice Gonzalez.
La mission di Agree NET, però, non è solo quella di combattere lo spreco alimentare, ma anche di dare supporto alle aziende agroalimentari locali. Infatti, ciò che per gli agricoltori è uno scarto da gestire, per Agree NET diventa nuova materia prima per alimentare il ciclo di produzione della pellicola sostenibile. Che a sua volta, poi, torna agli stessi agricoltori, chiudendo il cerchio dell’economia circolare. “Stiamo valutando come organizzare e lavorare al meglio in termini logistici gli scarti agricoli generati – spiega Gonzalez – perché si tratterebbe di grandi quantità. Vogliamo collaborare con agricoltori locali che potrebbero fornirci i sottoprodotti agricoli per la realizzazione del nostro rivestimento. Una volta preparato il film protettivo, restituiremo agli stessi il nostro prodotto così da allungare la vita della loro frutta e verdura”.
Un’idea di economia circolare, quella di Agree NET, che nel prossimo futuro punta a ottimizzare processo e produzione su scala industriale. “Vorremmo cercare di costituirci nel breve termine per incrementare la produzione del nostro rivestimento, cercando al contempo partner che ci aiutino nei progetti pilota secondo un’ottica win to win: noi produciamo la pellicola che le aziende potranno usare per allungare la vita dei loro prodotti con il minor costo possibile” chiude il co-founder della startup.