Emerge un quadro sconfortante dalla relazione territoriale sulla regione Campania e regione Toscana approvata oggi dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presieduta dall’onorevole Chiara Braga.
Oggetto del rapporto sono le bonifiche nei siti di interesse nazionale, il fenomeno delle “navi dei veleni” e i traffici internazionali di rifiuti negli anni ’80 e ’90. E’ stata inoltre approvata la relazione conclusiva sull’attività svolta nella XVII legislatura. “L’indagine sulla regione Campania – ha dichiarato la presidente Chiara Braga – è stata molto puntuale ed approfondita e ha consentito di restituire un quadro aggiornato di una situazione particolarmente complessa relativa alla Regione Campania. Sono state realizzate numerose audizioni in sede e missioni sul territorio: il mondo della politica, della magistratura, della scienza, degli organi di governo, delle forze di polizia, degli enti amministrativi di controllo, delle società partecipate, delle imprese, ma anche il mondo dei comitati e quindi dei rappresentanti della società civile e dei comuni cittadini, di quanti chiedono da sempre con forza una informazione seria e obiettiva, presupposto quest’ultimo indispensabile anche per ottenere dalla cittadinanza comportamenti consapevoli e collaborativi. Vista la complessità della situazione nella regione Campania, è difficile giungere a una conclusione univoca. Tuttavia la relazione consente di analizzare aspetti finora mai ricostruiti con precisione: la mappatura dei terreni interessati da sversamenti e intombamenti di rifiuti dalle prime dichiarazioni dei collaboratori a oggi, lo stato di avanzamento delle bonifiche sui SIN di Bagnoli e Napoli orientale anche alla luce dei provvedimenti governativi recenti che hanno consentito di stanziare risorse e sbloccare situazioni ferme da decenni, seppur ancora lontane dalla conclusione”.
“Per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti – ha proseguito Braga – la regione Campania soffre ancora di una situazione critica, sia per quanto riguarda la gestione ordinaria – mancato raggiungimento dell’autosufficienza e di una soluzione per il trattamento degli scarti provenienti dalla raccolta differenziata, prosecuzione della gestione straordinaria delle società provinciali, procedure di infrazione europea – sia per quanto riguarda la gestione del ciclo straordinario dei rifiuti. Di particolare rilievo è senza dubbio la vicenda ecoballe, approfondita con cura dalla commissione. Sono stati individuati i proprietari, attuali e pregressi, dei siti sui quali le ecoballe sono stoccate, i canoni di locazione che i soggetti percepiscono o hanno diritto a percepire e se gli stessi siano stati oggetto di una eventuale rinegoziazione. Dati, questi, che aiutano a comprendere quanto costa ancora alla regione Campania la vicenda ecoballe. Nonostante gli sforzi delle istituzioni, la situazione rimane ancora critica. Infine sul tema dei depuratori campani – ha proseguito l’onorevole Braga – la situazione presenta ancora oggi punti di forte criticità: il 22 per cento circa della popolazione residente totale, non è ancora servita da impianti di depurazione. La gestione del ciclo delle acque non è affidata, come vuole la legge, dai comuni o dalle associazioni degli stessi (gli ATO) e le gestioni avvenute prevalentemente senza appalti hanno comportato un’ evidente ricaduta in termini di aggravi di spesa”.
La relazione affronta infine le vicende giudiziarie e il ruolo della criminalità organizzata in campo ambientale, la vicenda della Terra dei Fuochi con una mappatura dei terreni agricoli interessati da effetti contaminanti e la loro eventuale destinazione ad uso agricolo. “Oggi esiste una chiara consapevolezza delle criticità da risolvere e sono state stanziate risorse importanti, ma non basta; occorre procedere a un’adeguata programmazione e alla corretta individuazione delle responsabilità per procedere nelle conseguenti politiche di contrasto agli illeciti ambientali, di bonifica delle pesanti eredità del passato e di restituzione del bene ambientale così pesantemente compromesso.”