Con Apepak i fogli e le bags alimentari portano una rivoluzione in cucina, proponendo un’alternativa sostenibile ai classici involucri di plastica. Massarotto: “La chiave è cambiare un’abitudine per imparare a prendersi cura del proprio cibo e rendere la nostra economia circolare“
Entro il 2050 la plastica negli oceani quadruplicherà. Si stima che nel mare si siano accumulate ad oggi tra 86 e 150 milioni di tonnellate di plastica. Sono questi i dati allarmanti presentati dal Wwf nel suo ultimo dossier, che restituisce l’immagine del nostro ambiente in affanno. Ma c’è chi ha scelto di dare il proprio contributo in questa lotta all’inquinamento da plastica proponendo un modello di packaging alimentare alternativo, a partire da due semplici elementi: cera d’api e cotone biologico. Si chiama Apepak ed è un’azienda trevisana nata dalla passione di due apicoltori, Massimo e sua moglie Molly, che hanno fatto della sostenibilità uno stile di vita.
“Siamo persone molto sensibili all’ecosostenibilità, per questo abbiamo pensato di sviluppare un involucro riutilizzabile per conservare gli alimenti e sostituire la plastica in cucina. Abbiamo importanti collaborazioni con Conapi che ci permette di certificare la cera d’api biologica che utilizziamo per i nostri sacchetti. Così, con del tessuto e della cera d’api abbiamo creato questo packaging che consente di mantenere fresche verdure, pane, formaggi, salumi grazie alle proprietà antimicrobiche della cera” spiega Massimo Massarotto di Apepak.
Un prodotto, dunque, sostenibile, ecologico e duraturo. I fogli e le bags di Apepak, infatti, possono essere riutilizzati per più di un anno, risparmiando all’ambiente più di 400 metri di pellicola di plastica. “Questo prodotto – aggiunge Massarotto – permette di risparmiare migliaia di sacchetti e pellicole di plastica. La nostra ricetta a base, tra l’altro, di olio di jojoba e resina di pino, permette di prolungare la vita del cibo, evitandone gli sprechi”.
Un progetto ambizioso che ha a cuore non solo la salute dell’ambiente, ma ancor di più delle persone, specie di quelle più bisognose di aiuto nell’inserimento del mondo lavorativo. La produzione, infatti, è affidata a una cooperativa sociale “L’incontro”, che favorisce lo sviluppo di un ambiente lavorativo dove coltivare abilità e manualità, tenendo conto di ritmi di apprendimento ed esigenze diverse. “Il nostro è un progetto ecosostenibile, ma soprattutto etico. Infatti, abbiamo affidato la produzione a una cooperativa sociale per assumere e fare formazione a persone con difficoltà psico-sociali che in questo modo riescono ad assisterci nella produzione di questo articolo” afferma il founder di Apepak.
Con Apepak, dunque, non cambia solo il modello di packaging, innovativo e sempre più ecologico, ma soprattutto le abitudini di ognuno. Perché è con i piccoli gesti quotidiani che si può fare davvero la differenza. “La chiave è cambiare un’abitudine per imparare a prendersi cura del proprio cibo. Noi crediamo che l’educazione sia fondamentale per cambiare il mondo e abituarci a vivere secondo uno stile di vita sostenibile, che ci permetta di rendere la nostra economia circolare” chiude Massimo Massarotto.