Bagnoli è ancora imprigionata in un incubo senza fine. Il progetto di riqualificazione di uno dei litorali più belli d’Italia, che aspetta di essere attuato da 24 anni, è accompagnato in questi giorni da incertezze e polemiche infinite. Solo ieri, 11 marzo 2019, tra l’entusiasmo di alcuni e le reticenze di altri, a Palazzo Chigi il ministro per il Sud Barbara Lezzi ha presieduto la cabina di regia per la bonifica e rigenerazione urbana dell’area Bagnoli-Coroglio dicendo di avere “pronti 320 milioni per bonificare l’area di Bagnoli. Possiamo partire con i bandi per le aree disponibili. Una parte della progettazione è già avviata e stiamo aspettando l’esito dei bandi da parte del Consiglio di Stato che ci sarà l’11 aprile. Poi c’è una buona parte del territorio sotto sequestro della Corte di Appello e rispettosamente aspettiamo i tempi della Corte. Ma per le aree che sono libere si può partire subito”.
Ma questa volta è la Regione Campania a frenare gli entusiasmi puntando i piedi. “L’argomento che la Regione voglia ritardare – afferma l’assessore all’Ambiente Fulvio Bonavitacola – è pretestuoso e inconsistente. La Cabina di Regia ha preso atto di quello che noi già avevamo evidenziato e cioè che il decreto del ministero dell’Ambiente insieme con quello del ministero dei Beni Culturali (Vas) non contiene un espresso e chiaro pronunciamento in favore del piano e se questo pronunciamento non c’è, il piano non può essere approvato. Il Codice dell’Ambiente prevede che la Valutazione Ambientale Strategica sia un presupposto per l’approvazione del Praru (Programma di Risanamento Ambientale e Rigenerazione Urbana) e la Conferenza dei Servizi che si dovrà pronunciare sul Praru dovrà poter seguire la Vas (Valutazione Ambientale Strategica) dei due ministeri“.
Cerchiamo di fare un piccolo passo indietro per fare chiarezza su una vicenda molto ingarbugliata. Pochi giorni fa, prima della Cabina di Regia, il Ministero dei Beni culturali e il direttore generale del Mibact Luigi Famiglietti hanno proposto una modifica del Praru sostenendo che “gli alberghi previsti devono arretrare“. Questa degli hotel è un’antica litania. Come riportato da Il Sole 24 Ore, “nei piani originari erano disposti di taglio rispetto al mare, ora si richiede che arretrino e che siano previste interruzioni tra le costruzioni. In altre parole il piano è da rifare. Si ferma il Praru che è il punto di partenza per riqualificare“.
Così, si arriva a districare la matassa. Per approvare il Praru, e iniziare l’iter per dare il via libera alle bonifiche, è necessaria la Vas che è stata firmata circa due settimane fa dai ministri Costa e Bonisoli. Qualche giorno dopo, però, è stato modificato per l’ennesima volta il Praru. Questo vuol dire che servirà una nuova Valutazione Ambientale Strategica e che i tempi si allungheranno ulteriormente.