«Nel momento in cui girano tanti quattrini come sta succedendo ora con le bonifiche, bisogna che si prendano tutte le precauzioni affinché questi denari non finiscano nelle tasche di chi ha creato il problema». Lo ha dichiarato il presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti Alessandro Bratti ospite ad Avellino di un convegno su ambiente e legalità. Al centro del dibattito il caso dell’irpina Isochimica e dei suoi lavoratori. Per la bonifica della bomba ecologica nell’avellinese con un emendamento alla Legge di Stabilità 2016, attualmente in discussione alla Camera, è stato stanziato un fondo da 6 milioni di euro, che andranno alla Regione, responsabile delle operazioni di risanamento ambientale. «Si tratta di fondi che non verranno toccati in sede di discussione alla Camera e con i quali si mantiene l’impegno che come Commissione avevamo auspicato ci potesse essere, per affrontare in maniera radicale la movimentazione di quei cumuli e mettere in sicurezza il sito» ha detto Bratti, che ha poi anticipato il probabile inserimento a Palazzo Madama di altri due emendamenti per rispondere agli appelli dei circa 200 ex dipendenti dello stabilimento, avvelenati da anni di esposizione alle polveri d’amianto. «Ho avuto la rassicurazione che qualcosa alla Camera passerà – ha aggiunto Bratti – da parte del Governo c’è la volontà di venire incontro alle esigenze dei lavoratori, supportata anche una forte convergenza sul tema tra le varie forze politiche». Da Avellino alle province di Napoli e Caserta, la Campania dei veleni resta sotto la lente d’ingrandimento della Commissione d’inchiesta, che nei prossimi giorni tornerà in missione in Regione. Un’occasione per fare il punto con il Governatore Vincenzo De Luca sullo stato di salute del ciclo rifiuti e sulle bonifiche, a partire dalla rimozione delle ecoballe. Un’operazione che potrebbe partire già entro la fine del 2015 con le gare d’appalto per il trasporto fuori regione delle prime 800mila tonnellate, finanziate con un primo stanziamento da 150 milioni di euro da Palazzo Chigi. Sul piano d’azione definitivo per lo smaltimento delle rimanenti 5 milioni di tonnellate di balle, però, restano ancora molti i nodi da sciogliere. «C’è un progetto da parte della Regione. Come Commissione ascolteremo il Presidente De Luca e l’assessore Bonavitacola per capire come questo progetto si svilupperà nel tempo. C’è un’ipotesi di soluzione – ha aggiunto Bratti – che pare essere importante e che verificheremo. Credo che questa debba essere la legislatura in cui questo problema si debba risolvere in maniera radicale – ha detto il presidente della “ecomafie” – se questa è la strada, mettiamo in campo tutte le forze necessarie e possibili per risolvere il problema alla base». La Campania delle bonifiche però, ha ricordato Bratti, è anche e soprattutto quella delle terre tra Napoli e Caserta, avvelenate da decenni di sversamenti criminali, in attesa di un processo di risanamento ambientale da troppo tempo fermo al palo. «Tra le province di Napoli e Caserta il problema è notevole, così come è notevole il problema delle bonifiche nella Terra dei Fuochi e non solo. Bonifiche che sono state da tempo previste – ha sottolineato – ma negli ultimi anni non abbiamo avuto il segnale che ne siano partite tante. La bonifica dell’area dell’ex-Resit è forse la più emblematica e rappresenta una ferita per la Campania che occorre al più presto ricucire. Ci sono stati dei rallentamenti nella gara, c’è stato un intervento forte da parte dell’Autorità anticorruzione e pare che qualcosa adesso si stia sbloccando. Anche qua – ha osservato Bratti – è auspicabile che il problema sia risolto radicalmente in quanto si tratta di vicende che si trascinano di legislatura in legislatura».