L’associazione delle imprese artigiane plaude ai chiarimenti del MiTE sulle riduzioni della Tari per le imprese che avviano a recupero sul mercato i propri rifiuti urbani. Sui nodi da sciogliere pronti emendamenti ad hoc al decreto “sostegni”
Confartigianato plaude alla circolare del Ministero della Transizione Ecologica diramata nei giorni scorsi con l’obiettivo di fare chiarezza su alcuni dei passaggi più controversi della nuova disciplina sulla classificazione dei rifiuti entrata in vigore a gennaio con il decreto legislativo 116 del 2020. Sebbene restino ancora diversi i nodi da sciogliere, alcuni dei quali spiega l’associazione in una nota “sono attualmente in discussione parlamentare per il decreto sostegni, il Ministero ha già accolto e corretto molte delle osservazioni avanzate da Confartigianato. A cominciare dall’equiparazione tra industria e artigianato, che ora possono ricorrere al mercato libero per l’affidamento dei rifiuti speciali prodotti. Una discriminazione, l’ennesima direbbe qualcuno, ai danni di artigiani e piccoli imprenditori. Questa volta per un errore nella scelta delle norme di riferimento, proprio come denunciato a inizio marzo da Confartigianato e dalle altre sigle di rappresentanza della micro e piccola impresa”.
Un’altra delle principali vittorie portate a casa da Confartigianato, scrive l’associazione, “riguarda il tema caldo del confronto: l’applicazione della Tari, la tariffa rifiuti, e la componente variabile delle utenze non domestiche da poter scontare in caso di affidamento dei rifiuti al mercato libero, che si applica a tutto il processo di recupero, quindi anche al riciclo”. Positivo, secondo Confartigianato, anche il chiarimento in merito ad uno degli aspetti più controversi della disciplina introdotta dal decreto legislativo 116 del 2020: il vincolo dei 5 anni che le imprese sarebbero tenute a rispettare nell’affidare i propri rifiuti al servizio pubblico o al mercato, definito “discriminatorio per gli operatori privati” dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato. “In accordo con l’antitrust – spiega Daniele Gizzi, responsabile Settore Ambiente ed economia circolare di Confartigianato – nella circolare il Ministero li considera non vincolanti e puramente indicativi”,
Una importante apertura alla libera concorrenza tra operatori privati e servizio pubblico sul mercato dei nuovi rifiuti urbani, anche se l’associazione fa sapere di avere comunque intenzione di chiedere lo stralcio definitivo del riferimento ai 5 anni dal d.lgs. 116/2020 con un intervento ad hoc da nella legge di conversione del decreto “sostegni”, così come proposte emendative potrebbero essere presentate anche per rimuovere il vincolo temporale per la comunicazione di fuoriuscita dal servizio pubblico che lo stesso decreto “sostegni” ha recentemente fissato al 31 maggio di ogni anno. “Non si possono vincolare le imprese – commenta Gizzi – con obblighi e scadenze che non sono presenti nella normativa di riferimento, quella del decreto legislativo 116″.