Legambiente premia le realtà che si sono distinte nella raccolta differenziata: bene le performance nei piccoli centri, mentre in quelli grandi sono state prodotte maggiori quantità di rifiuti indifferenziati
Da 598 nel 2020 a 623 nel 2021: nell’anno della transizione ecologica, l’Italia del riciclo può vantare un aumento dei cosiddetti “Comuni Rifiuti Free” che annualmente, cioè, producono meno di 75 kg di rifiuti per abitante da avviare a smaltimento con una percentuale di raccolta differenziata superiore al 65%. Ottime le prestazioni al Sud, dove raddoppiano i comuni liberi da rifiuti rispetto al 2019, a fronte di un lieve calo al Nord, ma al tempo stesso cresce il numero dei singoli cittadini che producono più rifiuti indifferenziati. Per la prima volta, tutte e venti le Regioni Italiane contano dei Comuni “Rifiuti Free”, compresa la Valle d’Aosta finalmente rappresentata. Sono questi i risultati presentati nel corso della XXVIII edizione di “Comuni Ricicloni”, la premiazione delle realtà comunali che si sono distinte per un’efficiente differenziata, a conclusione della due giorni dell’EcoForum 2021, la manifestazione organizzata da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club.
E se da un lato cresce il numero dei comuni virtuosi che in tutta Italia si sono distinti in termini di raccolta differenziata, dall’altro però cala quello dei cittadini, 3 milioni 542mila 624 (circa 110mila in meno rispetto allo scorso anno). Un dato che indica performance migliori nei piccoli centri, a fronte di un aumento di indifferenziato prodotto nei comuni più grandi. Per un Sud che avanza spedito sulla strada dell’economia circolare, c’è un Nord che perde terreno e un Centro in lenta discesa. Infatti, il 67,9% è rappresentato da comuni del Nord Italia, in calo rispetto al 73,1% del 2020 e al 77% del 2019. Crescono, invece, quelli premiati al Sud che rappresentano il 26% dei Comuni in classifica (nel 2020 costituivano il 20,4%, nel 2019 il 15,3%). Al Centro, invece, i Comuni liberi dai rifiuti rappresentano appena il 6,1%, in calo rispetto ai due anni precedenti (6,5% nel 2020, 7,7% nel 2019). Solo quattro, invece, i capoluoghi di provincia che hanno ottenuto il premio “Rifiuti Free”: Trento, Pordenone, Treviso e Belluno.
“I risultati di Comuni Ricicloni 2021 ci confermano come il passaggio da un’economia di tipo lineare a una di tipo circolare da Nord a Sud sia possibile, a partire dal lavoro di amministrazioni virtuose e sindaci attenti: è chiaro che, oltre all’impegno dei Comuni sulla raccolta differenziata, servono però altri interventi incisivi, come l’applicazione della tariffazione puntuale, in nome del principio “chi inquina paga”, e la realizzazione degli impianti di riciclo e riuso, a partire dal Meridione, senza i quali l’economia circolare non esiste. Ancora, occorre una nuova norma nazionale per tartassare economicamente lo smaltimento dei rifiuti in discarica, tramite la revisione del relativo tributo speciale e la previsione di un pagamento in base ai kg pro-capite annui avviati a smaltimento – osserva il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani – Interessante notare, inoltre, come il 70% dei comuni premiati faccia parte di un consorzio: a conferma che risultati d’eccellenza si riscontrano in gestioni collettive in grado di garantire uniformità del servizio di raccolta, economia di scala e la possibilità d’introdurre su tanti Comuni un sistema di tariffazione basato sulle quantità di rifiuto indifferenziato prodotto. Un approccio che auspichiamo possa diffondersi presto in tutto il Paese”.
Quanto alle Regioni, quelle dove si osserva il maggiore calo di Comuni “Rifiuti Free” sono Trentino-Alto Adige (-18), Lombardia (-16) e Veneto (-6). Passi in avanti in Sardegna (+39) che con l’Abruzzo (+8) contribuisce all’impennata del Sud. Interessanti incrementi si segnalano anche in Piemonte (+11) e in Emilia Romagna (+10). In testa alla classifica delle regioni che ne contano il maggior numero resta comunque il Veneto (con 162 Comuni, il 28,8% del totale della regione), seguito da Lombardia (91 Comuni, 6%), Trentino-Alto Adige (60 Comuni, 21,3%) Sardegna (48 Comuni, 12,7%), Friuli-Venezia Giulia (47, 21,9%) e Abruzzo (46 Comuni, 15,1%). In ultima posizione, invece, sia per numero di Comuni che in termini percentuali, la Puglia (con soli 2 Comuni Rifiuti Free, lo 0,8% di quelli dell’intera regione), preceduta per numero di centri Rifiuti Free dall’Umbria (2 Comuni, il 2,2%) e dalla Valle d’Aosta (3 Comuni, il 4,1%). La maggior parte dei Comuni Rifiuti Free 2021 sono quelli nelle categorie sotto i 5 mila abitanti e tra i 5mila e i 15 mila. Nel dettaglio, tutte e venti le regioni italiane si trovano rappresentate nella categoria Comuni sotto i 5 mila abitanti, 18 regioni su 20 in quella dei Comuni tra i 5mila e i 15mila abitanti. In conclusione, i vincitori nella categoria dei Comuni sopra i 15mila abitanti, sono i centri di Baronissi (SA), Castelfranco Emilia (MO), Porcia (PN), Fonte Nuova (RM), Porto Mantovano (MN), Certaldo (FI), Pergine Valsugana (TN).
Per la categoria “Cento di questi Consorzi”, sul gradino più alto del podio delle esperienze consortili sotto i 100mila abitanti si posiziona la Amnu Spa (Trentino-Alto Adige), seguita dalla Comunità Montana del Sarcidano Barbagia di Seulo (Sardegna, provincia di Cagliari) e da Asia Azienda Speciale per l’Igiene Ambientale (ancora Trentino-Alto Adige). Tra i consorzi sopra i 100mila abitanti, il primo e secondo posto sono occupati ambedue dal Veneto, rispettivamente dal Consiglio di Bacino Priula e dal Consiglio di Bacino Sinistra Piave (provincia di Treviso), mentre al terzo posto si piazza Alia Servizi Ambientali Spa (Toscana, provincia di Firenze). E sempre in tema di consorzi, è il CONAI che in questo 2021 ha premiato le tre realtà, ancora una volta del Sud, che maggiormente si sono distinte nella raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio: Monopoli, Benevento e Vibo Valentia si sono aggiudicate il Premio “Teniamoli d’occhio”, mentre il CIC, Consorzio italiano compostatori, ha deciso di premiare le amministrazioni comunali di Verona e Cervia che per prime hanno aderito a “Sì Compost 2030”, il progetto pilota di rete nazionale con l’obiettivo di promuovere la “Strategia Nazionale del Verde Urbano”.