Pubblicati i nuovi criteri ambientali minimi per i servizi di raccolta e trasporto rifiuti. Nuovi obiettivi di qualità della differenziata: l’organico dovrà essere conforme al 95%
I gestori del servizio pubblico rifiuti dovranno raggiungere nuovi obiettivi di qualità della raccolta differenziata e poter identificare le utenze che conferiscono rifiuti residui per correggere comportamenti scorretti. Non sarà solo Arera a dettare ambiziosi standard di qualità contrattuale per le imprese del waste management. A farlo, da oggi, saranno anche le stazioni appaltanti. Con un decreto firmato dal ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale i nuovi criteri ambientali minimi per l’affidamento dei servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani e delle attività di pulizia e spazzamento. Il regolamento aggiorna e sostituisce i parametri in vigore dal 2014 “al fine di raggiungere gli obiettivi definiti dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione”.
I CAM, che ai sensi del Codice degli appalti vanno applicati obbligatoriamente a tutte le procedure di gara per l’affidamento del servizio pubblico di raccolta ma anche a quelle per la fornitura di mezzi e materiali, propongono “soluzioni che favoriscono la riduzione complessiva degli impatti ambientali correlati, tenendo in considerazione il contesto di mercato e gli attuali modelli organizzativi dei servizi di igiene urbana, nonché le specificità territoriali in cui vengono erogati”. Nello specifico, i criteri ambientali proposti puntano a prevenire la produzione di rifiuti e massimizzare la quantità e la qualità della raccolta differenziata, ma anche a diffondere beni riciclabili e contenenti materiale riciclato, come contenitori e sacchetti, e a ridurre gli impatti del trasporto anche promuovendo innovazioni tecnologiche per i mezzi utilizzati e la loro gestione.
Nello specifico, per i servizi di raccolta è previsto il raggiungimento di obiettivi minimi di qualità dei rifiuti differenziati, come il 97% di conformità del vetro monomateriale, il 75% per la raccolta multimateriale plastica e metalli e il 95% per la frazione organica. Quanto all’articolazione del sistema di raccolta, dovrà essere prevista l’identificazione dell’utenza almeno per il rifiuto urbano residuo, “sia quale deterrente per conferimenti scorretti sia in predisposizione all’eventualeapplicazione della tariffa puntuale da parte dell’amministrazione locale”. La qualità della raccolta dovrà essere monitorata costantemente dalla stazione appaltante e in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi l’affidatario del servizio dovrà adottare un programma di miglioramento.
Entro 60 giorni dall’avvio del contratto il gestore dovrà redigere un piano di controllo della qualità dei conferimenti, non solo differenziati, anche con indicazione delle analisi merceologiche e dei controlli a campione (anche domiciliari) da condurre. In fase di gara saranno premiate le offerte che prevedano, tra l’altro, l’attivazione di un sistema di raccolta differenziata dei prodotti assorbenti per la persona, la promozione dell’autocompostaggio e del compostaggio di comunità, la realizzazione di centri per il riuso, ma anche la sensibilizzazione degli utenti.
.. realisticamente, partendo dal fatto che siamo in Italia, arrivare a raccogliere il rifiuto differenziato nel 60 % delle città entro i prossimi 5 anni, sarebbe un successo.. di ritorno dalla Calabria, purtroppo non ci siamo.. poi i cam, sempre con la premessa iniziale, saranno sicuramente rispettati da tutti.. sulla carta!!! Appalti subappalti inciviltà.. tutti ci nascondiamo dietro a “qualcun’altro” BASTA!!! le regole ci sono, non chiudiamo gli 🙄.. io raccolgo mozziconi in spiaggia