La percentuale di avvio a riciclo dovrebbe salire al 71,6%. Il presidente Quagliuolo: «La situazione è difficile, ma il trend positivo non si arresta. E un sistema che opera in sussidiarietà al mercato si rivela fondamentale».
Milano, gennaio 2020 – Le prime previsioni per il 2020 del CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi, parlano di un ulteriore incremento nei quantitativi di rifiuti di imballaggio recuperati. Se l’immesso al consumo, nel corso dell’anno appena iniziato, dovrebbe arrivare a sfiorare i 13,6 milioni di tonnellate, i margini di crescita in termini di recupero e riciclo si prospettano incoraggianti. Il 2020 farà probabilmente registrare un nuovo record in Italia: CONAI prevede infatti quasi 11,3 milioni di tonnellate di imballaggi recuperati, pari all’83,2% dell’immesso al consumo, di cui 9,7 milioni di tonnellate avviati a riciclo, ossia il 71,6% dell’immesso al consumo.
Lo rende noto l’ultimo Piano specifico di prevenzione e gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio, appena pubblicato da CONAI che, ancora una volta, conferma il trend positivo che l’economia circolare e l’industria del riciclo stanno vivendo in Italia da più di vent’anni.
«Nel 1998, quando è stato istituito CONAI, la percentuale di recupero e riciclo era inferiore al 20%» afferma il presidente del Consorzio Giorgio Quagliuolo. «Da allora, i quantitativi di rifiuti di imballaggio che hanno evitato la discarica sono sempre cresciuti. Tra il 2003 e il 2004 la percentuale di imballaggi recuperati ha superato quella dei rifiuti di imballaggio smaltiti in discarica, e la crescita non si è mai arrestata: anche per il 2020 prevediamo un miglioramento delle performance complessive. Non dimentichiamo che l’Italia ha già praticamente raggiunto gli obiettivi di riciclo fissati dall’Unione Europea per il 2025: per cinque dei sei materiali di imballaggio abbiamo superato le percentuali obbligatorie. Manca solo la plastica, ma siamo indietro di pochissimi punti percentuali e abbiamo ancora cinque anni».
Nello specifico, si prevede di avviare a riciclo 382.000 tonnellate di imballaggi in acciaio, il 78,8% dell’immesso al consumo; 53.000 tonnellate di imballaggi in alluminio, il 74,6% dell’immesso al consumo; 4 milioni e 65.000 tonnellate di imballaggi in carta, l’81,2% dell’immesso al consumo; 2 milioni e 24.000 tonnellate di imballaggi in legno, il 64,7% dell’immesso al consumo; un milione e 122.000 tonnellate di imballaggi in plastica, il 48,1% dell’immesso al consumo; e 2 milioni e 62.000 tonnellate di imballaggi in vetro, l’81,4% dell’immesso al consumo.
«Risultati che, per CONAI, hanno un valore ancora più positivo di quello numerico» commenta il presidente Quagliuolo. «In un contesto come quello attuale, in cui risentiamo di una drammatica carenza di impianti e assistiamo al crollo del valore delle materie prime seconde, macero in primis, il sistema consortile continua a sostenere l’industria del riciclo dimostrando l’efficacia del suo ruolo di sussidiarietà al mercato. Pensiamo al fatto che, nel solo 2019, sono rientrate in convenzione con il sistema quasi 600.000 tonnellate di materiale in più proveniente dalla raccolta differenziata, non assorbite dal mercato, che hanno comunque trovato sbocco a riciclo».