Contenuto a cura di FISE Assoambiente (Associazione Imprese Servizi Ambientali)
«Uno strumento di prevenzione e tutela contro corruzione e reati ambientali, in grado di supportare le imprese di gestione rifiuti nell’adozione di un modello di organizzazione, gestione e controllo». Con questi obiettivi FISE Assoambiente – l’Associazione Imprese Servizi Ambientali di Confindustria, in collaborazione con Certiquality, ha elaborato le Linee Guida “Modelli Organizzativi e sistemi di gestione ambientale”, presentate stamane a Roma in Confindustria nel corso di un evento cui hanno preso parte, tra gli altri, Giuseppe Berretta – Commissione Giustizia della Camera, Miriam Cominelli – Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e Bruno Giordano – Magistrato della Corte di Cassazione.
Le Linee Guida di FISE Assoambiente, che costituiscono un approfondimento per le attività di igiene urbana e gestione rifiuti rispetto alle Linee Guida elaborate da Confindustria, sono state approvate dal Ministero di Giustizia e rappresentano per le imprese che operano nel settore uno strumento operativo per definire un adeguato sistema di prevenzione e controllo dei reati.
A quasi 15 anni dal Decreto Legislativo n. 231 del 2001 relativo ai reati societari e nei confronti della pubblica amministrazione, l’estensione alle tematiche della sicurezza sul lavoro e ai delitti contro l’ambiente (illeciti nella raccolta, trasporto, recupero o smaltimento di rifiuti e controllo dei siti di smaltimento, etc…) ha ampliato ulteriormente il numero di imprese coinvolte.
Perno centrale delle Linee Guida elaborate da FISE Assoambiente sono i MOG (Modelli Organizzativi), un sistema di controllo preventivo, che parte da un’analisi dei rischi, individua le fattispecie di reato cui è potenzialmente sottoposta l’organizzazione e definisce un adeguato sistema di prevenzione e controllo. Tra i principali obiettivi dei Modelli Organizzativi c’è l’individuazione delle attività nel cui ambito possono essere commessi reati, la previsione di specifici protocolli diretti a programmare la formazione, l’attuazione delle decisioni dell’azienda in relazione ai reati da prevenire e l’introduzione di un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel Modello.
FISE Assoambiente, con la collaborazione di Certiquality, ha realizzato le Linee Guida proprio per supportare, attraverso indicazioni e misure tratte dalla pratica aziendale, le imprese nell’identificazione delle attività “sensibili” potenzialmente in grado di condurre i soggetti apicali ad assumere una condotta colposa; tra queste, la pianificazione dei conferimenti/trasporti, la gestione flussi in ingresso e in uscita, i monitoraggi ambientali (suolo, acqua e aria), la gestione gare e la manutenzione impianti.
«Le Linee Guida presentate oggi – dichiara il Presidente di FISE Assoambiente, Giulio Manzini – sono il frutto di un impegnativo lavoro riconosciuto anche dal Ministero di Giustizia, finalizzato a promuovere concretamente la legalità nel mercato della gestione rifiuti, ad alimentare la fiducia e a tutelare il capitale reputazionale e di immagine delle imprese del comparto, rendendo verificabile la loro affidabilità nelle gare, nei bandi e in generale nei rapporti con altri soggetti pubblici e privati».
«La complessità dei reati ambientali, e le difficoltà interpretative delle nuove norme – evidenzia l’Avv. Luca Geninatti Satè, Senior Counsel di Legance, Avvocati Associati – rendono laboriosa e delicata la definizione di un sistema di prevenzione e comportano molta attenzione della stesura del modello organizzativo 231. In questo senso, le Linee Guida rappresentano uno strumento molto utile, non solo perché costituiscono una best practice, ma soprattutto perché orientano l’analisi dei rischi e la strutturazione di un sistema preventivo efficace, senza con ciò condurre a una standardizzazione dei modelli organizzativi. Un’analisi specifica dei rischi di ciascuna azienda, e la correlata definizione di procedure personalizzate e coerenti con la realtà aziendale, resta infatti un elemento essenziale per garantire la compliance ambientale: il supporto delle Linee Guida e l’analisi legale dedicata convergono quindi in un metodo particolarmente efficace per l’effettiva prevenzione dei reati ambientali».
In questo ambito alcune indicazioni inedite e interessanti emergono da una recente ricerca condotta dal Dipartimento Diritto dell’Economia dell’Università degli Studi “Roma Tre”, nell’ambito di un più ampio studio internazionale dal titolo Compliance Programs for the prevention of economic crimes, coordinato dalla Waseda University di Tokyo.
Dallo studio, che ha preso in considerazione un campione di realtà industriali del nostro Paese che hanno adottato procedure per prevenire comportamenti “infedeli” dei propri dipendenti, emerge che quasi tutte le imprese hanno preso di mira, tutelandosi nelle diverse aree di rischio, i crimini economici (98% dei casi), la corruzione (98%) e le frodi (indicate dall’85% del campione).