Nonostante l’emergenza sanitaria, Corepla registra un aumento della differenziata degli imballaggi in plastica con un pro capite medio annuo di 23,7 kg
La pandemia non ferma le attività di recupero degli imballaggi in plastica, che anzi nel 2020 mostrano una crescita del 4% nel tasso di raccolta. In un 2020 segnato dalla lotta al coronavirus e da un lockdown che ancora fa sentire i propri effetti su tantissimi comparti produttivi, il mondo dei rifiuti in plastica ha reagito bene. A dimostrarlo sono i dati diffusi nel corso dell’Assemblea annuale di Corepla, il Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli imballaggi in Plastica. Un anno turbolento per il settore del riciclo, che è riuscito a fare fronte alla riduzione dei consumi di materie plastiche determinata dai prolungati fermi alle attività economiche e produttive grazie alla crescita della produzione nel settore medicale e della disinfezione e detergenza, senza dimenticare il contributo dato dal rilancio dell’alimentare confezionato, con un recupero generalizzato nella seconda metà dell’anno.
Per Giorgio Quagliuolo, Presidente di Corepla: “I risultati di questo bilancio, a fronte di un periodo emergenziale senza precedenti, dimostrano i passi avanti che il nostro Paese ha compiuto nell’ambito della organizzazione di un sistema di raccolta e riciclo degli imballaggi in plastica, capace anche di fronteggiare cambi di prospettiva imprevisti e repentini. Si è parallelamente diffusa una più spiccata sensibilità al corretto conferimento di questo tipo di rifiuti, che fa onore all’intera collettività nazionale. Non basta ovviamente. Siamo convinti che negli anni a venire, anche in funzione dei nuovi piani di Rilancio e Resilienza e di una politica economica sempre più improntata ai principi della Transizione Ecologica, sapremo offrire risposte adeguate agli ambiziosi target da conseguire. Noi siamo pronti a mettere a disposizione know-how, competenza ed esperienza perché i traguardi raggiunti oggi costituiscano solo il punto di partenza per gli obiettivi di domani.”
Nell’anno appena concluso, Corepla ha stimato 2.198 kt di imballaggi immessi al consumo sul territorio nazionale, con una flessione di circa il 5% rispetto al 2019. Dati a cui ha fatto seguito una crescita della raccolta differenziata degli imballaggi in plastica: infatti, la raccolta conferita ai Centri di selezione, compresa quella di competenza dei Sistemi autonomi, è stata pari a 1.433.203 tonnellate, con un aumento del 4% rispetto al 2019. Un vero e proprio record in termini di quantità trattata, fa sapere Corepla, che porta l’Italia ad un pro capite medio annuo di 23,7 kg. In cima alla classifica si posiziona la Valle d’Aosta con il 34,1 kg per abitante, seguita dall’Umbria con 33,1 kg per abitante e Sardegna con 32 kg per abitante. Non male la Campania con 24,5 kg per abitante, mentre ad occupare l’ultimo posto in classifica c’è la Calabria con 18,4 kg per abitante.
L’Italia, quindi, si posiziona tra i Paesi europei più virtuosi con risultati importanti nonostante l’anno segnato dal covid. Infatti, a fronte di 1.914.000 tonnellate di imballaggi in plastica immesse sul mercato e di pertinenza Corepla, nel 2020 il sistema è riuscito a recuperare 1.820.270 tonnellate, corrispondenti al 95%. Lo scorso anno sono state riciclate 655.393 tonnellate di rifiuti di imballaggio in plastica, prevalentemente provenienti da raccolta differenziata urbana, incluse le quantità derivanti dalle piattaforme da superfici private e dai Consorzi autonomi. A questi dati vanno aggiunti anche i quantitativi di imballaggi in plastica riciclati da operatori industriali indipendenti, provenienti cioè dalle attività commerciali e industriali (249.500 tonnellate) per un riciclo complessivo di oltre 900mila tonnellate.
Dai dati presentati dal consorzio si registrano numeri importanti anche nel recupero di materiali che non possono essere riciclati, avviando a recupero energetico 377.807 tonnellate che sono state utilizzate per la produzione di energia al posto di combustibili fossili. Precisamente, il 75% del materiale avviato a recupero è stato destinato a cementifici (43% in Italia e 32% all’estero) e il restante 25% a termovalorizzazione. Insomma, un sistema consortile che nonostante le difficoltà, riesce a garantire un’attività di raccolta e riciclo sempre più capillare: sono 7.436 i Comuni serviti (94%) con il coinvolgimento del 97% dei cittadini. Il valore economico direttamente distribuito dal Consorzio ammonta complessivamente a 771 milioni di euro. La quota di valore principale, fa sapere Corepla, resta quella destinata ai Comuni o ai convenzionati da loro delegati: 391 milioni di euro, 173 dei quali destinati agli impianti che si occupano di una selezione puntuale degli imballaggi, sia in base al tipo di materiale che in base al colore, come nel caso del PET, dando così maggior valore al prodotto selezionato.