Nucleare, al Garigliano completata la prima fase dello smantellamento del vessel

di Redazione Ricicla.tv 30/07/2024

Nella centrale nucleare del Garigliano (Caserta) Sogin ha terminato la rimozione dei componenti metallici contaminati posizionati sul deflettore, la parte superiore del vessel, il contenitore d’acciaio nel quale durante l’esercizio avveniva la reazione nucleare


Giunge al termine la prima fase di uno dei più delicati e ambiziosi interventi mai messi in campo nell’ambito delle attività di smantellamento delle ex installazioni nucleari italiane. Si è conclusa nella centrale del Garigliano, a Sessa Aurunca in provincia di Caserta, la rimozione dei componenti metallici contaminati posizionati sul deflettore, la parte superiore del vessel, il contenitore d’acciaio nel quale durante l’esercizio avveniva la reazione nucleare. Le attività, coordinate da Sogin, concludono la prima fase dello smantellamento del vessel della centrale campana, “l’attività più complessa dal punto di vista ingegneristico e operativo per la disattivazione di un impianto nucleare”, comunica la società di Stato responsabile del decommissioning delle infrastrutture un tempo al servizio del ciclo nazionale.

Le operazioni, svolte insieme alla controllata Nucleco, riguardano quello che dal 1964 al 1982 è stato il cuore della vecchia centrale, dove avveniva la reazione nucleare che alimentava la produzione di energia elettrica e dove ancora oggi i livelli di radioattività restano elevati. Per questo la dismissione sta richiedendo l’adozione delle massime misure di sicurezza e, tra l’altro, anche di strumentazioni ad alta tecnologia operate da remoto. Lo smantellamento, avviato alla fine dello scorso anno, è partito con l’allagamento del vessel e del canale reattore, passaggio necessario a schermare le radiazioni utilizzando l’elemento naturale più efficace, ovvero l’acqua. Le stesse fasi di rimozione e taglio dei componenti del deflettore sono state condotte sotto battente d’acqua con l’utilizzo di una pinza pneumatica e di apposita attrezzatura meccanica, manovrate da remoto con il supporto di telecamere subacquee ad alta risoluzione.

Al termine delle operazioni, i componenti rimossi dal vessel, tagliati per ridurne il volume e ottimizzarne la gestione, ammontavano a un peso complessivo di circa una tonnellata, e sono stati inseriti in due speciali contenitori ad alta integrità per lo stoccaggio temporaneo in uno dei depositi del sito, in attesa del futuro conferimento al deposito nazionale. Il programma delle attività proseguirà con la rimozione dei componenti che si trovano all’interno del vessel, denominati ‘internals’, per la quale è stata già avviata la progettazione esecutiva, e lo smantellamento dello stesso vessel. Secondo Sogin, il piano di decommissioning delle ex installazioni nucleari italiane oggi viaggia intorno al 44% e nelle ex centrali di Trino, Garigliano, Caorso e Latina tra il 2037 e il 2042 dovrebbe raggiungere il ‘green field’, vale a dire lo smantellamento di tutte le strutture e l’allontanamento dei rifiuti radioattivi stoccati.

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