Il tema dello smaltimento dei rifiuti diventa sempre più terreno di scontro politico. Da nord a sud, da destra a sinistra, l’argomento sembra creare divisioni e le parti non riescono mai a mettersi d’accordo. L’ultimo duello balzato agli onori della cronaca è quello tra la sindaca a cinque stelle Virginia Raggi e l’assessore alla regione Liguria Giacomo Giampedrone. La prima cittadina romana, ospite del programma di Giletti su La7 “Non è l’Arena”, si è chiesta perché mai si fa tanta polemica sull’emergenza rifiuti a Roma e, per esempio, non si parla di altre regioni o città che hanno vissuto l’emergenza e hanno dovuto portare anch’essi i propri rifiuti fuori dai confini regionali. Tra questi ultimi c’è la regione Liguria ed è subito guerra.
“La Raggi con Roma non può darci nessuna lezione, perché non può pensare di vivere alla giornata: piuttosto spieghi ai romani come programmare e uscire dall’emergenza, visto che il M5S non vuole gli impianti, perché anche una buona raccolta differenziata, come quella che si fa in quasi tutta la Liguria, ha bisogno di impiantistica e bisogna pertanto essere chiari con i cittadini e dire dove si smaltiscono i rifiuti differenziati”.
Così ha risposto piccato l’assessore alla regione Liguria Giacomo Giampedrone subito dopo la presentazione del report di Legambiente su i “Comuni Ricicloni“. “Noi pensiamo che accanto alle discariche – ha proseguito Giampedrone – ci debbano essere impianti come biodigestori aerobici e anaerobici per la gestione dei rifiuti organici che rappresentano il 30% del monte dei rifiuti totale. Grazie alla nostra legge regionale siamo riusciti ad avere una crescita del 5% sulla raccolta differenziata in Liguria, passando dal 38,63% del 2015 al 43,19% di oggi, di cui siamo orgogliosi, ma non possiamo fermarci qui”.
Effettivamente le performance della regione Liguria sono buone se si considera che in un anno i “Comuni Ricloni” che hanno raggiunto e superato la percentuale del 65% di raccolta differenziata dei rifiuti sono passati dai 32 del 2015 ai 63 del 2016. Ma il podio ligure dei Comuni “ricicloni” è tutto savonese: Giusvalla è all’83,6% di differenziata, Giustenice all’81,6%, Cosseria all’81,1%. Seguono Cairo Montenotte (80,4%), Garlenda (80%), Altare e Piana Crixia (78,3%). Per i Comuni con più di 15 mila abitanti Sestri Levante si attesta al primo posto con il 75%, seguito da Chiavari con il 63%. Più indietro La Spezia con il 50%. Savona 42,5% e Imperia 36,8%. In coda Genova e Ventimiglia al 33% e 27%.
Se però i comuni “ricicloni” sono raddoppiati, dall’altro quelli multati perché non hanno rispettato gli standard differenziando troppo poco, sono stati 119 su 235. La regione batte cassa per un totale di 715 mila euro per non aver raggiunto gli obiettivi minimi di raccolta differenziata e riciclo fissati dalla legge regionale 20/2015, in particolare nel recupero dell’organico e delle plastiche. A dare la notizia è stato proprio l’assessore regionale all’Ambiente Giacomo Giampedrone durante l’introduzione del report. Il Comune di Genova ha dovuto pagare una sanzione di 432 mila euro, Savona di 26 mila euro, Imperia di 20 mila euro, tutti e tre per i bassi livelli di differenziata di metalli, organico e plastica. Mentre La Spezia è stato l’unico capoluogo di provincia a non essere multato.
La legge regionale 20/2015 ha stabilito l’obiettivo minimo di raccolta differenziata del 65% fissando obiettivi di riciclaggio dei materiali al 45% per il 2016, al 40% solo per Genova, il cui mancato raggiungimento comporta l’applicazione del costo aggiuntivo di 25 euro per ogni tonnellata eccedente il limite conferita in discarica. Tra gli altri Comuni costretti a versare l’addizionale: Ventimiglia di 27 mila euro, San Remo di 24 mila, entrambi per i metalli, organico e plastica, e Campomorone di 11 mila euro per metalli, organico, plastica, legno e carta. Le risorse recuperate serviranno a incentivare le buone pratiche dei Comuni virtuosi.