Nonostante le difficoltà di un anno segnato dai colpi della pandemia, nel 2020 il riciclo di packaging è aumentato dell’1%
È tempo di bilanci e il Conai in occasione della Giornata mondiale del riciclo, che si celebra oggi, rende noti i numeri che hanno caratterizzato l’anno appena trascorso. In un 2020 che ha subito i duri colpi della pandemia, la filiera consortile registra un calo di imballaggi immessi sul mercato, vale a dire una diminuzione del 7% che in numeri corrisponde a un milione di tonnellate di packaging, ma anche un parallelo aumento dell’1% dell’avvio a riciclo, che dal 70% passa al 71%, pari a 9 milioni di tonnellate. Numeri che, seppur contenuti, testimoniano la solidità di un settore che non si è fermato mai, neanche durante i mesi più duri del lockdown.
“L’immesso al consumo è diminuito nel 2020, soprattutto per il venir meno dei pack destinati ai settori commerciali e industriali”, spiega il presidente del Consorzio Nazionale Imballaggi Luca Ruini. “Sono ovviamente calati i conferimenti dal circuito di hotel, bar e ristoranti. Ma, grazie alla crescita della raccolta differenziata urbana, stimiamo che la contrazione delle quantità complessive avviate a riciclo sia più contenuta. Il riciclo dei rifiuti di imballaggio di origine domestica, quindi, ci ha permesso di superare il 70% del 2019: dovremmo aver messo a segno un 71% di riciclo totale, anche in un anno così difficile“.
Risultati di cui il consorzio può ritenersi soddisfatto, considerate le profonde difficoltà causate dalla pandemia ancora in corso. Già prima della fine di marzo 2020 il sistema consortile aveva lanciato l’allarme a seguito del blocco di settori economici che tradizionalmente ricorrono all’uso di materiale riciclato. In quell’occasione, il Consorzio aveva chiesto l’adozione di misure per scongiurare il rischio di una crisi dei sistemi di raccolta rifiuti. Appelli tradottisi poi in provvedimenti d’emergenza, come il via libera all’aumento temporaneo dei limiti di stoccaggio degli impianti di trattamento per il riciclo.
“Anche durante i mesi dell’esplosione dell’emergenza i ritiri dei rifiuti di imballaggio da raccolta urbana non si sono mai interrotti – commenta il presidente Ruini – anzi, hanno continuato a crescere. Il primo quadrimestre del 2020, quello che ha segnato l’inizio della pandemia, ha visto i conferimenti al sistema consortile aumentare per tutti i sei materiali d’imballaggio, pur con percentuali diverse. Un fenomeno chiaramente legato all’aumento degli acquisti di prodotti imballati nei comparti dell’alimentare, della detergenza e della farmaceutica”.
Sul totale degli imballaggi avviati a riciclo in Italia, chiarisce il Conai, solo il 53% è stato gestito dal consorzio, con un aumento di tre punti percentuali rispetto al 2019, anno in cui si assestava al 50%. “Come spesso accade in situazioni di crisi, i Consorzi di Filiera che fanno capo a Conai dimostrano ancora una volta il loro ruolo di sussidiarietà al mercato – commenta Luca Ruini – un vero e proprio valore aggiunto per l’intera filiera del riciclo e del recupero dei rifiuti di imballaggio. Conai, del resto, rimane il garante del raggiungimento degli obiettivi di riciclo imposti dall’Unione Europea, che chiede di raggiungere il 65% entro il 2025. Anche alla luce di questo dato, il 71% con cui stimiamo di aver chiuso il 2020 ci rende soddisfatti e, pur fra tante difficoltà, rende ottimista il nostro sguardo di lungo periodo». Per l’anno in corso infatti il consorzio prevede un incremento a 9 milioni e mezzo circa di tonnellate di packaging riciclate, pari al 71,4% dell’immesso al consumo.