Nel 2021 gli imballaggi immessi a consumo sono cresciuti dell’8,5%, ma il riciclo ha tenuto il passo facendo registrare un 73,3%, in leggero aumento sul 2020. Secondo Conai oltre 10 milioni di tonnellate di packaging sono tornate a nuova vita. Ruini: “Nostre città sempre più miniere urbane”
Crescono gli imballaggi immessi a consumo nel 2021, ma il riciclo tiene il passo e supera anche se di poco le percentuali record fatte registrare nell’anno precedente. Complessivamente lo scorso anno è stato avviato a recupero di materia il 73,3% del packaging immesso sul mercato, pari a 10 milioni e 550mila tonnellate, in leggera crescita rispetto ai livelli del 2020 che avevano sfiorato il 73%. Un risultato che supera abbondantemente il 65% di
riciclo totale chiesto dall’Europa ai suoi Stati membri entro il 2025, come dimostrano i dati comunicati da Conai nel programma generale. Numeri che confermano la solidità del sistema consortile, best practice dell’economia circolare europea, tanto più se confrontati con i dati sui consumi, in forte ripresa nell’anno della ripartenza, con oltre 14 milioni di tonnellate immessi a mercato, l’8,5% in più rispetto all’anno precedente.
“In una situazione pandemica che allentava la morsa pur senza cessare, la ripresa dei consumi nel 2021 è
stata davvero forte – spiega Luca Ruini, presidente Conai – e dal momento che le percentuali di avvio a
riciclo si basano sulle quantità di imballaggi immesse sul mercato, molti pensavano che l’Italia non avrebbe
confermato il 73% del 2020. Gli Italiani, però, si sono confermati bravissimi nella raccolta differenziata, e il
nostro lavoro non si è fermato. Così, l’Italia ha potuto avviare a riciclo un nuovo quantitativo record di
imballaggi”. Nel dettaglio, comunica Conai, hanno trovato una seconda vita quasi 400mila tonnellate di acciaio; 53mila tonnellate di alluminio; oltre 4 milioni e 450mila tonnellate di carta e cartone; quasi 2 milioni e 200mila tonnellate di legno; più di 1 milione e 250mila tonnellate di plastica e bioplastica; e quasi 2 milioni e 200mila tonnellate di vetro.
Un’autentica miniera urbana, la raccolta differenziata degli imballaggi, indispensabile per un Paese come l’Italia, povero di risorse naturali, e sempre più strategica alla luce della crisi globale delle materie prime, comprese quelle energetiche. Secondo Conai, se alle cifre dell’avvio a riciclo sommiamo quelle del recupero energetico, che usa i rifiuti di imballaggio come combustibile alternativo per produrre energia, i numeri crescono: nel 2021 l’Italia supera l’82% di
imballaggi recuperati, ossia più di 11 milioni e 800mila tonnellate. “Le nostre città, del resto – osserva Ruini – sono sempre più vere e proprie miniere urbane: i crescenti quantitativi di rifiuti avviati a riciclo si trasformano in nuove materie prime, e la piccola percentuale che va a recupero energetico diventa un’alternativa ai combustibili fossili. In un momento di crisi legata sia alle materie prime sia all’energia, i risultati italiani devono far riflettere”.
Risultati, quelli registrati nel 2021, frutto anche del lavoro sinergico svolto con Comuni e gestori del servizio pubblico, nell’ambito dell’accordo quadro Anci-Conai. Oltre 7mila 500 i Comuni che hanno stipulato almeno una convenzione con il sistema dei consorzi di filiera, pari al 98% della popolazione nazionale. Supera il miliardo di euro il totale delle risorse mobilitate in virtù dell’intesa, con 727 milioni destinati a coprire i maggiori costi sostenuti dai Comuni per la gestione dei sistemi di raccolta differenziata e 445 milioni che invece sono andati a finanziare le attività di trattamento, riciclo e recupero. Un’azione che punta soprattutto a recuperare i gap tra le Regioni del Nord e quelle del Centro-Sud e che Conai ha già rilanciato in vista dell’appuntamento con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. “Nell’ultimo anno i progetti territoriali speciali nelle Regioni del Centro-Sud hanno coinvolto più di 15 milioni di abitanti – comunica Ruini – un progetto speciale è stato portato avanti con Anci per aiutare i Comuni di Puglia, Calabria, Campania e Sicilia a drenare parte dei fondi del PNRR: 189 Comuni sono stati supportati nel presentare 1775 soluzioni progettuali, per un valore di 115 milioni di euro“.