«La buona notizia è che ci sarà un Ministero della Transizione Ecologica, con competenze ambientali rafforzate per guidare un processo fondamentale per il futuro del Paese». È Donatella Bianchi, presidente WWF Italia, a scandire l’annuncio della nascita di un Ministero ad hoc per guidare la transizione verde, giunto al termine dell’ultima giornata di consultazioni del presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi, dedicata alle parti sociali. E sono parole che lanciano un segnale potente, di quelli che illuminano il cammino.
Perché anche se il solco resta ancora tutto da tracciare – per conoscere nel dettaglio il programma del nuovo governo c’è infatti ancora da attendere lo scioglimento della riserva, la nomina dei ministri e il giuramento, poi infine il voto di fiducia alle camere – è ormai chiaro a tutti che saranno le coordinate dello sviluppo sostenibile a guidare il percorso di Draghi e dell’esecutivo che verrà, tecnico o politico che sia. Come chiedono i ragazzi dei Fridays for Future in una lettera fatta recapitare al premier incaricato. Come pretende l’Europa, che aspetta dall’Italia un Piano nazionale di ripresa e resilienza in linea con gli obiettivi del Green Deal, su tutti quello della neutralità carbonica al 2050. «In Italia la politica non ha mai considerato l’emergenza climatica come una priorità. L’approccio del presidente Draghi va in tutt’altra direzione» ha dichiarato Ivan Novelli, presidente di Greenpeace Italia.
Per accedere ai fondi del programma Next Generation Eu – una partita che per l’Italia vale oltre 200 miliardi di euro tra prestiti e sovvenzioni – serve un Piano che ne destini in maniera chiara e convincente il 37% a misure contro il cambiamento climatico, e serve fare più e meglio di quanto messo nero su bianco dall’esecutivo uscente con una proposta respinta al mittente praticamente da tutti. In primo luogo dalle associazioni green ricevute in serata a Montecitorio. «Il presidente Draghi – ha detto Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – è stato molto attento alle nostre parole e alle nostre critiche rispetto al Pnrr predisposto dal precedente governo. Lo abbiamo sollecitato sulle scelte giuste da fare: le risorse sono tante e devono essere spese tutte e bene con i progetti giusti: con eolico e fotovoltaico, con impianti per l’economia circolare. La nostra è la seconda manifattura d’Europa e deve trasformarsi puntando su idrogeno e chimica verde. Ma abbiamo anche sottolineato la necessità di snellire la burocrazia, rafforzare i controlli ambientali e professionalizzare la pubblica amministrazione. Le sue parole ci fanno ben sperare».