Presentato il terzo rapporto sull’economia circolare: Italia prima davanti a Francia, Germania e Spagna. Cingolani. “Pnrr per aumentare le nostre capacità”. Il Circular Economy Network: “Serve migliorare e completare la bozza”
“Forse abbiamo pubblicizzato poco la nostra cultura dell’economia circolare. Ricicliamo quasi il doppio del totale dei rifiuti rispetto alla Comunità europea. Abbiamo un ruolo di leadership assoluta in Europa, con un tasso di circolarità che è circa il 30% maggiore che nel resto dell’Europa”. Così il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani in occasione della presentazione del terzo rapporto sull’economia circolare in Italia 2021, elaborato dal Circular Economy Network in collaborazione con Enea. Un lavoro che conferma la posizione di vertice dell’Italia nel quadro europeo delle politiche per la circolarità. Analizzando i risultati raggiunti nelle aree della produzione, del consumo, della gestione circolare dei rifiuti, degli investimenti e dell’occupazione nel riciclo, nella riparazione, nel riutilizzo, spiegano gli autori del rapporto, si ottiene un indice di performance sull’economia circolare che nel 2021 conferma la prima posizione dell’Italia con 79 punti, seguita dalla Francia con 68, dalla Germania e Spagna con 65 e dalla Polonia con 54.
“Il recovery fund – ha detto Cingolani – è uno degli strumenti che abbiamo per aumentare la nostra capacità”. Ecco perchè l’appello del Network è a “migliorare e completare l’attuale bozza: bisogna rafforzare le misure per l’economia circolare. Occorre assegnarle un ruolo strategico nel Piano nazionale per la Transizione ecologica” ha detto il presidente del CEN Edo Ronchi, secondo cui il Pnrr deve dare “una spinta importante per superare gli ostacoli che frenano l’innovazione e valorizzare al meglio le potenzialità italiane, e per la ripresa degli investimenti e dell’occupazione”. Secondo gli autori del rappporto, nei prossimi anni l’economia circolare potrà fornire un contributo determinante nella lotta ai cambiamenti climatici. Raddoppiando l’attuale tasso mondiale di circolarità dall’attuale 8,6% (dato 2019) al 17%, si possono ridurre i consumi di materia dalle attuali 100 a 79 gigatonnellate e tagliare le emissioni globali di gas serra del 39% l’anno, avvicinandosi così all’obiettivo zero emissioni al 2050 previsto dall’Unione europea per rispettare l’Accordo di Parigi.
“Oltre il 45% delle emissioni sono associate all’utilizzo dei prodotti e alla gestione del territorio in tutte le sue componenti – dichiara Roberto Morabito, Direttore del Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali di ENEA – e la transizione circolare può portare all’abbattimento fino a circa il 40% del totale delle emissioni globali. È necessario però da una parte essere più ambiziosi nella parte dedicata alla transizione circolare del Pnrr, proprio in quanto occasione unica e imperdibile, e dall’altra mettere in campo da subito tutti gli strumenti necessari, tecnologici, regolatori, finanziari e soprattutto di governance a partire dalla Strategia Nazionale per l’Economia Circolare che, come recentemente comunicato dal Ministro Cingolani, sarà elaborata nei prossimi mesi dal Ministero della Transizione Ecologica, in collaborazione con il Mise e con il supporto di Ispra ed Enea”.