Dietrofront del governo e salasso scongiurato – almeno per il momento – per i comuni alle prese con le sanzioni per la mancata bonifica delle discariche abusive oggetto della procedura d’infrazione europea 2003/2077. A margine della odierna seduta della Conferenza unificata, il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ha infatti comunicato che, a far data da oggi, saranno sospese le procedure di rivalsa attraverso le quali il Ministero dell’Economia e delle finanze avrebbe dovuto recuperare – ai danni di comuni e regioni – le somme spese per le sanzioni semestrali erogate dalla Commissione Europea per i ritardi nel completamento delle bonifiche. Esultano gli amministratori locali, che solo qualche giorno fa avevano affidato ad una lettera firmata dal presidente dell’Anci Piero Fassino ed indirizzata al Ministero per gli Affari regionali il proprio appello a sospendere le procedure e ad aprire un tavolo di lavoro per accertare compiti e responsabilità.
In virtù dei meccanismi di rivalsa, infatti, a pagare il conto salato delle sanzioni Ue avrebbero dovuto essere i comuni sul cui territorio ricadano le discariche in infrazione. Un conto multimilionario, potenzialmente fatale per le amministrazioni in difficoltà con la quadratura dei bilanci. Da qui l’allarme dell’Anci, che sulla vicenda chiede inoltre maggiore chiarezza e, soprattutto, una più precisa individuazione delle responsabilità in termini amministrativi e finanziari. «Da tempo l’Anci chiedeva una sospensione – ha dichiarato il segretario generale Anci, Veronica Nicotra – per le grandi difficoltà che queste sanzioni avrebbero arrecato ai bilanci dei comuni, per questo si tratta di un grande risultato. Abbiamo anche concordato di utilizzare il tempo che ci separa dalla prossima Unificata del 9 giugno, a cui parteciperà anche il ministro dell’Ambiente Galletti, per analizzare la questione caso per caso, così da avere un quadro più chiaro della questione».
Uno stop in extremis, quello decretato dal Mef, a pochi giorni dallo scadere dei 90 giorni dalla notifica dell’ultima sanzione semestrale inflitta all’Italia, passati i quali il Ministero avrebbe dovuto comunicare con decreto l’ammontare del credito accumulato nei confronti dei comuni, indicando anche le modalità di pagamento (che potrebbero prevedere anche compensazioni con altri trasferimenti dovuti dallo Stato). «Molti comuni – ha continuato Nicotra – anche capoluoghi, rischiavano di dover pagare per responsabilità non sempre proprie, come ad esempio Lecce, sanzionata per una discarica già bonificata da tempo. È chiaro – ha aggiunto il segretario generale Anci – che qualcuno dovrà pagare ma occorre verificare con certezza dove sono le responsabilità, senza comminare sanzioni generiche».
Stando a quanto riportato in un comunicato diramato nei giorni scorsi dall’Anci infatti, occorrerebbe “far chiarezza rispetto a quali siano effettivamente gli enti inadempienti” dal momento che “è necessario valutare caso per caso gli inadempimenti e quali sono gli enti che li hanno determinati, compresi gli enti statali, appurando con un confronto approfondito fra amministrazioni centrali, regioni e comuni, l’impatto finanziario, gli adempimenti già effettuati sui siti e la possibile corresponsabilità delle amministrazioni centrali”. Secondo l’Anci, inoltre, “diverse delle situazioni di inadeguatezza rispetto al dettato normativo comunitario potrebbero essere conseguenti alla mancanza di pianificazione regionale“. Insomma, secondo i comuni anche le regioni e lo Stato devono assumersi la loro fetta di responsabilità (e di sanzioni), da stabilire a valle di una valutazione puntuale su ognuna delle discariche oggetto dell’infrazione.
Duecento i siti per i quali, il 2 dicembre 2014, la Corte di Giustizia dell’Ue aveva condannato l’Italia al pagamento di una sanzione forfettaria da 40 milioni di euro e di una penalità da 42, 8 milioni (200mila per ogni discarica di rifiuti non pericolosi e 400mila per quelle contenenti rifiuti pericolosi) da pagarsi ogni sei mesi fino all’esecuzione completa della sentenza. Fino cioè al completamento delle bonifiche. Secondo quanto comunicato lo scorso marzo dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti alla commissione Ambiente della Camera, a valle dell’ultima verifica semestrale (tra gennaio e febbraio del 2016) il conto delle discariche non a norma era sceso a 155, mentre ammontavano a 113 i milioni complessivamente versati a Bruxelles, 40 a titolo di sanzione forfettaria ed i restanti 73 in due tranche semestrali. Alle quali, il prossimo giugno, se ne aggiungerà quasi sicuramente una terza. Al Mef toccherà pagarla. Ai comuni, almeno per il momento, no.