Il Commissario Maurizio Giugni fa il bilancio di un anno di attività: degli 89 interventi in corso di attuazione per la realizzazione di sistemi fognari, di collettamento e depurazione, più della metà è in Sicilia. I ritardi costano ogni anno 60 milioni di euro in sanzioni europee
Ottantanove interventi per chiudere i contenziosi con l’Unione europea e fermare l’emorragia delle sanzioni quotidiane a tre zeri, ma soprattutto per restituire a milioni di abitanti un sistema fognario capace di garantire i migliori standard di tutela sanitaria e ambientale. A un anno dalla nomina, l’ufficio del Commissario unico per la depurazione Maurizio Giugni fa un primo bilancio degli sforzi messi in campo nelle 13 regioni interessate dalle quattro procedure europee d’infrazione aperte a carico dell’Italia per il cattivo trattamento delle acque reflue in centinaia di agglomerati urbani. Sforzi che si concentrano soprattutto nella regione “maglia nera”, la Sicilia, con oltre 100 agglomerati da sanare nell’ambito delle quattro procedure e ben 66 interventi in corso di attuazione.
Stando all’istantanea scattata dall’ufficio del Commissario, dei 19 cantieri aperti per la realizzazione di sistemi fognari, di collettamento e depurazione, quindici sono in Sicilia, uno in Calabria e tre nel Lazio, mentre sono sedici le gare di lavori in corso, tredici delle quali sempre in Sicilia. Sono 54, invece, i progetti disponibili, tra quelli esecutivi e in corso di definizione. Interventi che puntano in via prioritaria a sanare i 75 agglomerati idrici oggetto della procedura d’infrazione aperta dall’Ue nel 2004 e giunta nel 2017 a una sentenza di condanna a pagare sanzioni quotidiane da 165mila euro fino al completamento delle opere di risanamento. Complessivamente, il mancato adeguamento dei sistemi di trattamento delle acque reflue costa all’Italia oltre 60 milioni di euro all’anno.
E visto che è la Sicilia a contare più agglomerati in infrazione nei quattro procedimenti – 52 nella sola procedura giunta alla sentenza di condanna e alle multe dell’Ue – è lì che si concentrano i maggiori sforzi del Commissario. Ben 66 gli interventi programmati. con grandi opere da realizzare in quasi tutte le province, ma in particolare per gli schemi idraulico-ambientali di Palermo e dell’area catanese, cui sono destinati ben 1,1 miliardi di euro sugli 1,8 complessivamente disponibili per l’isola. Risorse alle quali potrebbero presto aggiungersi i 600 milioni di euro appostati dal PNRR sul capitolo depurazione.
“Credo che in questo tratto di strada – afferma il Commissario Giugni – abbiamo gettato le basi fondamentali, amministrative e tecniche, per un lavoro sempre più efficace negli anni a venire, quando arriveranno a una fase cruciale tantissimi interventi. Per vincere questa sfida avremmo bisogno di fasi di attraversamento procedurale più semplici e che vengano chiariti alcuni nodi quali la gestione dei depuratori dopo la realizzazione. La nostra sfida – aggiunge Giugni – non è soltanto quella della riduzione di costi per lo Stato, ma quella di contribuire a migliorare le condizioni ambientali e lo sviluppo territoriale, in linea con gli obiettivi del PNRR”.