Monitorare il flusso dei rifiuti e restituire i dati per la tracciabilità degli stessi. Lo richiede una direttiva Europea (2013/37/UE) che impone alle amministrazioni comunali di rendere trasparenti i dati sui flussi dei rifiuti prodotti. Uno strumento sviluppato da Ancitel e messo al servizio dei comuni italiani: per ottimizzare sia le finalità ambientali della gestione dei rifiuti urbani da parte delle amministrazioni locali, che le esigenze di efficienza economica nel waste management.
L’impatto sulla vita quotidiana dei cittadini che differenziano, può essere ed è, di straordinaria rilevanza sociale: ma conoscere i flussi, monitorare l’efficienza degli operatori e sapere che a destinazione giungono i rifiuti ed a che tipo di riuso vengono avviati e con quale risultato, è uno strumento anche di incitazione al perfezionamento delle performance dei comuni stessi oltre che di ottimizzazione economica delle imprese.
In Italia questo sistema esiste ed è stato elaborato da Ancitel Energia e Ambiente che ha dotato una buona percentuale di comuni italiani di “green data” attraverso un software innovativo e rivoluzionario. Un sistema di tracciabilità al quale l’Europa guarda con interesse e che può porsi come modello tra i paesi dell’Unione che ad oggi, non sono dotati di software come quello italiano, in vista della necessità di uniformare la contabilità ambientale nel Vecchio Continente per calcolare in maniera omogenea il rapporto dei singoli paesi con i target fissati dal pacchetto di misure per l’Economia Circolare.
È stato questo l’argomento di cui si è discusso nel corso di un convegno che ha aperto la seconda giornata di Ecomondo 2016. Protagonisti del confronto, il delegato Anci per energia e rifiuti, l’avvocato Filippo Bernocchi e David Newman membro onorario ISWA.