Dopo essere stato immesso sul mercato, utilizzato e gettato via, se correttamente raccolto e processato, un imballaggio in vetro può diventare materia prima seconda in maniera rapida ed economica, ed essere riciclato all’infinito senza la minima perdita delle sue intrinseche proprietà chimico-fisiche. In parole povere, il vetro da riciclo è un “materiale permanente” e la sua filiera ha tutte le carte in regola per rappresentare uno dei cuori pulsanti dell’economia circolare europea. Queste le considerazioni che emergono da una ricerca scientifica commissionata da Feve, federazione europea dei produttori di contenitori in vetro, e realizzata dall’istituto italiano di ricerca Stazione sperimentale del vetro, e che consacrano ancora una volta il vetro da imballaggi come uno dei materiali chiave nel percorso europeo verso una gestione sempre più sostenibile delle risorse naturali.
Dopo aver analizzato le proprietà chimico-fisiche del vetro, il comportamento assunto dalle sue molecole nell’arco dei processi di riciclo e le differenze con gli altri materiali da imballaggio (come i polimeri plastici), i ricercatori hanno concluso che «gli imballaggi in vetro usati possono essere riciclati in nuovi contenitori senza alcuna necessità di integrazione con nuova materia prima e senza degradazione della struttura intrinseca del materiale». Un po’ come avviene con la maggior parte dei metalli, spiegano i ricercatori, sostenendo per questo che proprio come i metalli il vetro può e deve essere incluso nel novero dei cosiddetti materiali permanenti. E qui cominciano i problemi, perché se dal punto di vista lessicale il concetto di “materiale permanente” è ormai da tempo entrato a far parte del vocabolario dell’economia circolare, dal punto di vista giuridico, invece, la sua valenza resta piuttosto ambigua e indefinita.
L’espressione “permanent material” compare per la prima volta in una risoluzione adottata nel 2012 dal Parlamento Europeo sulla “Strategia al 2020 per una gestione efficiente delle risorse”. Da quella volta, tuttavia, non si è mai provveduto a dotarla di una più precisa ed organica definizione su base normativa. Il dibattito è tornato ad accendersi nei giorni scorsi dopo che la Commissione industria, ricerca ed energia dell’Europarlamento, nell’ambito della discussione sul cosiddetto “Pacchetto Economia Circolare”, ha votato favorevolmente la proposta di introdurre incentivi per quei materiali che possano essere riciclati più volte senza perdere le loro proprietà intrinseche. I materiali permanenti, appunto, sui quali i produttori di imballaggi in vetro (così come i produttori di imballaggi metallici) chiedono da tempo all’Ue di imperniare le future misure europee su riciclo e rifiuti e sulla cui natura giuridica il voto all’Europarlamento potrebbe contribuire a fare chiarezza.
«L’industria chiede con forza il riconoscimento dello status di “materiale permanente” – commenta Vitaliano Torno, presidente di Feve – per ridurre la dipendenza dell’Europa dall’industria estrattiva, dallo sfruttamento del suolo e dai combustibili fossili nella produzione di imballaggi. Accogliamo con piacere il voto della Commissione industria, ricerca ed energia – prosegue Torno – e speriamo che la Commissione Ambiente confermi questo fondamentale passo in avanti verso la nascita di una vera economia circolare in Europa». Del resto, che nel panorama europeo dell’economia circolare il vetro occupi un posto di assoluto rilievo lo dimostrano i numeri: secondo Feve nel 2015 l’Europa ha raggiunto un tasso medio del 74% di raccolta e avvio a riciclo proprio grazie a caratteristiche peculiari degli imballaggi in vetro come la recuperabilità all’infinito e la marcata economicità del loro processo di riciclo. «Ad ogni modo – aggiunge però Torno – la situazione varia ancora da Paese a Paese, e il risultato è che ancora oggi il 26% di bottiglie e barattoli finisce inesorabilmente nelle discariche europee. La revisione della legislazione europea sui rifiuti con il Pacchetto Economia Circolare dovrà incentivare il riciclo multiplo, per fornire all’industria materiale di buona qualità e a prezzi contenuti».