TARI, nuova proroga: scadenza il 20 luglio

di Redazione Ricicla.tv 20/06/2024

Nuovo rinvio della scadenza per l’approvazione di PEF e TARI: con un emendamento bipartisan al decreto coesione la commissione bilancio del Senato ha spostato il termine dal 30 giugno al 20 luglio


Nuovo slittamento in vista per l’approvazione della TARI. Dopo la proroga al 30 giugno disposta con la conversione in legge del decreto superbonus, il Senato torna a prolungare i tempi a disposizione dei Comuni, stavolta fino al 20 luglio. Lo prevede un emendamento al decreto coesione, proposto da Fratelli d’Italia e sottoscritto dall’intero arco parlamentare, approvato nella serata di ieri dalla commissione bilancio di Palazzo Madama. Slittano cosi di tre settimane circa i termini per l’approvazione dei PEF per il servizio di gestione dei rifiuti, delle tariffe e dei regolamenti TARI. Il decreto approderà in aula il prossimo 25 giugno per essere discusso e approvato. Poi il testo sarà inviato alla Camera, dove con ogni probabilità verrà approvato senza modifiche per rispettare la scadenza dei termini di conversione fissata al prossimo 6 luglio.

Una proroga pensata soprattutto per le amministrazioni rinnovate dopo le elezioni degli scorsi 8 e 9 giugno. “Questo emendamento rappresenta una valida occasione per i comuni in cui si è votato nell’ultima tornata elettorale di rivedere le aliquote TARI con una riduzione a beneficio dei cittadini – scrive in una nota il senatore di Fratelli d’Italia Ernesto Rapani – la proroga è stata pensata per dare la possibilità alle nuove amministrazioni, che si devono ancora insediare, di avere il tempo materiale necessario per rivedere il regolamento TARI. “La misura – riporta la nota – offre una finestra di opportunità strategica per i comuni, consentendo loro di adeguare le tariffe TARI in modo più equo e mirato. In particolare, si prevede che questo possa tradursi in una riduzione dei costi per i cittadini, soprattutto in quelle realtà dove è stata implementata con successo la raccolta differenziata spinta, che sta già dimostrando buoni risultati”.

Sullo sfondo resta il clima di incertezza che avvolge il regime tariffario per i rifiuti urbani e che secondo ANCI quest’anno ha reso impossibile per molti enti locali rispettare la scadenza di legge per PEF e TARI. La causa principale, come scriveva l’associazione in un appello lanciato al governo nelle scorse settimane, sta nelle complicazioni per la redazione dei PEF generate dalle richieste di compensazione avanzate dai gestori degli impianti che tra 2022 e 2023 erano stati qualificati come ‘minimi’, dopo lo stop imposto dal Consiglio di Stato al meccanismo di ARERA e la sua successiva riattivazione per i soli anni 2024 e il 2025. Richieste che andrebbero a sommarsi ai rincari dettati dall’aumento dei costi materiali del servizio e dalle nuove, seppur marginali, componenti perequative per i rifiuti pescati e gli eventi calamitosi. Motivo per cui, oltre alla proroga dei termini per l’approvazione di PEF e TARI, ANCI aveva chiesto al governo anche un intervento tampone per alleggerire i PEF dalle richieste di compensazione sulle tariffe degli ‘impianti minimi’. Appello al quale tuttavia non è ancora stata data risposta.

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