Sanzioni Sistri dimezzate fino alla piena operatività del nuovo sistema e 20 milioni di euro di “indennizzo” alla Selex. Questo il contenuto dei due emendamenti al Milleproroghe proposti ed approvati lo scorso 4 febbraio in sede di discussione del provvedimento presso le commissioni riunite Bilancio e Affari Costituzionali in attesa che il testo affronti il suo iter parlamentare (che dovrà concludersi entro fine mese, quando scadrà il termine di 60 giorni per la conversione in legge del decreto del 30 dicembre scorso).
In coda al primo comma dell’articolo 8, con il quale, per l’appunto, si rimandano di un anno tutte le scadenze dovute per le sanzioni operative, l’emendamento proposto dai relatori di maggioranza (i deputati del PD Francesco Laforgia e Daniela Gasparini) ed approvato dalle Commissioni aggiunge che «fino al 31 dicembre 2016 e comunque non oltre il collaudo con esito positivo della piena operatività del nuovo sistema di tracciabilità individuato a mezzo di procedure ad evidenza pubblica, bandite dalla Consip SPA il 26 giugno 2015, le sanzioni di cui all’articolo 260-bis, commi 1 e 2, del decreto legislativo 3 aprile, n. 152, sono ridotte del 50 per cento». Condizione che quindi andrà a prolungarsi o ridursi rispetto alla scadenza di fine anno a seconda dell’andamento della gara e soprattutto del collaudo del sistema, giacché si parla di “piena operatività”.
Non esattamente quello che chiedevano le imprese, per le quali più di una riduzione delle sanzioni sarebbe stato gradito un taglio (magari netto) ai contributi annuali e d’iscrizione, ma una notizia parzialmente positiva considerato che a questo punto le multe per il mancato versamento passerebbero da una forbice compresa tra i 2600 (per i rifiuti non pericolosi) e i 93mila euro ad una tra i 1300 e i 46mila euro circa. Sempre che non si tratti di una misura pensata per battere cassa senza voler picchiare troppo duro, sapendo che il caos generato dalla schizofrenia normativa prodotta dal Sistri ha certamente avuto come effetto collaterale un marginale fenomeno di evasione, a fronte del contenzioso in atto con Finmeccanica, e segnatamente con Selex, la società in liquidazione che nominalmente continua a gestire (?) il Sistri.
A sollevare più di un dubbio è proprio il secondo emendamento approvato dalle Commissioni il 4 febbraio, questa volta presentato dal deputato (sempre PD) Edoardo Fanucci che interviene sul secondo comma dell’art.8 del Milleproroghe, quello in cui si prolunga, per l’appunto, il contratto con Selex fino al 31 dicembre 2016 e il relativo indennizzo. L’aggiunta del deputato Fanucci, però, puntualizza che al netto di ogni valutazione dei costi consuntivati «In ogni caso all’attuale concessionaria del SISTRI è corrisposta, a titolo di anticipazione […] la somma di 10 milioni di euro per l’anno 2015 e 10 milioni di euro per l’anno 2016. Al pagamento delle somme a titolo di anticipazione provvede, entro il 31 marzo 2016, il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare nell’ambito dei propri stanziamenti di bilancio».
Provvedimento gemello (o comunque “parente”) a quello bocciato a dicembre in sede di discussione della Legge di Stabilità dopo le denunce dell’opposizione. Questa volta è passato: per comprendere se i rapporti tra Ministero e Finmeccanica ne risulteranno “ammorbiditi” bisognerà seguire l’evoluzione del contenzioso multimilionario presso il tar del Lazio. Senza contare che non si può ancora escludere che il primo gruppo industriale italiano, mai satollo di soldi pubblici, in una delle sue tante declinazioni, torni a proporsi per lo sviluppo e la gestione del “Sistri 2”.