«Abbiamo ricevuto la documentazione nei giorni scorsi e stiamo esaminando eventuali profili di irregolarità nei confronti della nuova aggiudicazione in favore di Almaviva e quindi nei prossimi giorni valuteremo le azioni da intraprendere al fine di tutelare il mio assistito». A parlare è Claudio Vinci, il legale rappresentante del RTI che lo scorso anno ha presentato ricorso al Tar in seguito alla prima aggiudicazione della gara Consip per l’affidamento in concessione del Sistri, il sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti del Ministero dell’Ambiente. Secondo le imprese ricorrenti, anch’esse partecipanti alla gara, alle modalità di aggiudicazione in favore del trio Almaviva-Tim-Agriconsulting non mancavano opacità e per questo – pur non annullando de facto la procedura amministrata da Consip – la magistratura amministrativa già con un’ordinanza emessa a novembre aveva riscontrato quelli che aveva definito «apprezzabili elementi di “fumus”».
«Il Tar, a seguito di impugnativa verso l’aggiudicazione definitiva nei confronti di Almaviva, con una prima ordinanza ha riscontrato profili di fondatezza anche nel merito del nostro ricorso e a seguito dell’ordinanza l’amministrazione Consip ha annullato il provvedimento di aggiudicazione definitiva» spiega l’avvocato Vinci ricostruendo la vicenda. La scelta dell’ente appaltante, vale la pena ricordarlo, non era un atto dovuto: la stessa ordinanza di novembre sosteneva come non sussistessero «ragioni di estrema gravità ed urgenza tali da giustificare la sospensione del procedimento di gara» come si legge da quello stesso pronunciamento del Tar. La revoca dell’assegnazione, infatti, risulta come un’esercizio di “autotutela”, a seguito del quale Consip ha effettuato – evidentemente – tutte le verifiche interne del caso.
Si arriva così all’udienza del 25 gennaio con una causa “svuotata”, poiché l’annullamento richiesto dai ricorrenti era stato già sostanzialmente realizzato attraverso il provvedimento autonomo della Consip. «Il Tar ha dichiarato improcedibile il nostro ricorso principale e il ricorso incidentale presentato da Almaviva per carenza di interesse in quanto il provvedimento impugnato è stato annullato dalla stessa amministrazione» così il legale dei ricorrenti conclude la sua ricostruzione. Conclusione che, tuttavia, non mette la parola “fine” alla vicenda come ci si sarebbe aspettati. O almeno non ancora.
Nel frattempo, infatti, il trio capeggiato da Almaviva si è visto riassegnare la concessione Sistri, avendo evidentemente Consip svolto tutte le valutazioni del caso internamente, ma anche sgombrato il campo da ulteriori valutazioni del Tribunale Amministrativo Regionale. Attraverso lo stesso legale rappresentante i ricorrenti stanno, per l’appunto, valutando l’opportunità di mettere in discussione anche questa nuova aggiudicazione. Andasse in porto l’azione dell’avvocato Vinci e dei suoi assistiti, si prospetterebbe una clamorosa riedizione del proverbiale Davide contro Golia: se c’è una cosa che la vicenda Sistri insegna è proprio che nulla può essere dato per scontato.
Ciò che è certo è che dopo la seconda assegnazione risulta davvero difficile prevedere che il Sistri possa effettivamente finire in mani diverse da quelle di Almaviva&Co, ma una nuova azione legale senz’altro risulterebbe in un ulteriore ritardo sull’avvio delle fasi propedeutiche alla realizzazione del sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti nelle sue nuove vesti, e producendo ulteriori ritardi e rinvii. Questi, sì, ormai fin troppo facili da prevedere.