FIRENZE. «Per quanto riguarda il Sistri, nei primi mesi del 2016 potremo partire con un nuovo sistema molto, molto più razionale di prima e che, ormai il sistema riguarda solo 12mila imprese e non più centinaia di migliaia come in passato». Si sono dovuti accontentare di questa breve battuta gli imprenditori che sabato scorso speravano di ottenere delle risposte dal ministro dell’Ambiente Galletti, intervenuto insieme al ministro del Lavoro Poletti dal palco dell’assemblea nazionale della CNA. Quello stesso palco che lo vide dichiarare a chiare lettere solo un anno fa che «il Sistri non ha funzionato perché così com’era non poteva funzionare». Due interventi dialetticamente in continuità l’uno con l’altro, con un sistema che da una parte è archiviato, dall’altra, attende da un anno di essere sostituito con uno al passo coi tempi. Peccato che siano i fatti a smentire e a rendere incoerenti e ambigue le parole di Galletti. In primo luogo all’anagrafe Sistri risultano 76mila imprese, che allo stato attuale – conteggiando anche una quota di utenti volontari non obbligati per legge – si aggira intorno ai 300mila iscritti. Senza questi numeri, per altro, chi dovesse aggiudicarsi il bando per la gestione in concessione del sistema, in quanti anni potrebbe mai recuperare il valore stimato dalla gara Consip in 260 milioni di euro? Gara che – secondo gli ultimi elementi di cui abbiamo dato notizia – starà anche subendo un’accelerazione, ma resta improbabile riuscire ad identificare un concessionario entro il primo gennaio 2016, figurarsi riuscire a realizzare le innovazioni che la stessa impresa proponente dovrà sottoporre al vaglio degli stakeholders prima di avviarne la sperimentazione. Insomma, una serie di passaggi che rendono difficile anche solo concedere il beneficio del dubbio a Galletti. Il Ministro, per di più, parla di “primi mesi del 2016”: formula vaga che distoglie l’attenzione dalla scadenza del primo gennaio, quando partiranno le sanzioni operative. E partiranno sul vecchio sistema, quello obsoleto “che non poteva funzionare”, tanto per usare le parole dello stesso ministro. Colpisce, peraltro, che nessuno abbia ribattuto: la CNA fa parte della federazione di PMI di Rete Imprese Italia, che ormai poco meno di due mesi fa aveva scritto a via Cristoforo Colombo per invocare uno stop del sistema e che di tutta risposta ha ottenuto repliche sugli stessi toni scollati dalla pratica dell’intervento di sabato. Galletti avrebbe dovuto temere di muovere certi passi “nella tana del lupo”, ma evidentemente ha ragione quando dice che ormai il sistema non riguarda più centinaia di migliaia di imprese come in passato. Anche per le associazioni di categoria, forse, non sono abbastanza per fare rumore.