Pubblicata la graduatoria del terzo ciclo di incentivi PNRR per il biometano: assegnato un coefficiente superiore al totale delle prime due tranche, segno che le clausole anti inflazione hanno funzionato. Ma a impedire il decollo del meccanismo di sostegni restano le tempistiche serrate e i nodi delle connessioni. Prossima gara al via il 3 giugno, estesa anche al revamping di impianti a biogas da rifiuti
Le clausole anti inflazione sbloccano il ciclo di incentivi PNRR per il biometano. Che alla terza tranche finalmente comincia a ingranare, assegnando 58 dei 131mila metri cubi di coefficiente disponibile. Stando alla graduatoria del terzo ciclo di aste, pubblicata nei giorni scorsi dal GSE, sono 132 i progetti considerati incentivabili, su un totale di 137 domande, con un tasso di ammissione “superiore al 95%, anche grazie al supporto offerto agli operatori da parte del GSE, che ringrazio”, ha commentato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. Stando ai dati comunicati dal GSE, la terza asta ha assegnato complessivamente più incentivi delle due tranche precedenti (che messe insieme sommavano circa 56mila metri cubi), segno che il meccanismo di adeguamento delle tariffe all’inflazione, introdotto con la conversione in legge del decreto asset, ha contribuito a rendere lo strumento più appetibile, superando almeno in parte i dubbi degli operatori.
Resta tuttavia il nodo delle tempistiche imposte dal PNRR. Per accedere ai contributi, infatti, gli interventi – siano essi di nuova costruzione o revamping – non possono partire prima della pubblicazione delle graduatorie definitive e dovranno essere completati entro il giugno del 2026. Tempi strettissimi: i risultati della prossima asta, che sarà bandita il 3 giugno e che metterà a gara 143mila metri cubi, verranno resti noti solo a fine ottobre. Ciò significa che gli assegnatari avranno a disposizione poco più di un anno e mezzo per avviare e portare a termine i lavori. Un margine forse troppo risicato, che unito alle complessità tecniche e ai costi ancora elevati delle opere di connessione degli impianti alla rete nazionale continuerà con ogni probabilità a impedire il pieno decollo del ciclo di incentivi.
Complessivamente, dalle graduatorie GSE risultano ammessi agli incentivi 121 impianti a biometano agricolo, di cui 61 nuove installazioni e 60 riconversioni di impianti biogas, mentre 11 interventi riguardano la costruzione di nuovi impianti a biometano da rifiuti organici. La possibilità di accedere al ciclo di incentivi anche con progetti di revamping di impianti a biogas da rifiuti esistenti scatterà solo dalla prossima asta, in calendario per il 3 giugno, secondo quanto concordato la scorsa estate con la Commissione europea nell’ambito della revisione del PNRR. Riconoscendo le criticità del meccanismo incentivante, Bruxelles aveva infatti dato il via libera alle modifiche proposte dal governo, tra le quali appunto l’estensione degli incentivi al revamping di impianti forsu, inizialmente esclusi, ma anche lo stralcio dell’obiettivo a fine 2023 dei 600 milioni di metri cubi di nuova produzione. Obiettivo che secondo il ministro Pichetto sarà raggiunto proprio grazie agli interventi supportati dall’ultima tranche di incentivi, mentre resta il target finale dei 2,3 miliardi di metri cubi entro il 2026 (nel 2021 erano 284 milioni), anche se a seguito delle modifiche concordate con l’Ue è stato trasformato da obiettivo di produzione effettiva (con impianti operativi) a obiettivo di aumento della capacità produttiva.