Dopo l’assenza registrata nelle prime bozze, l’ambiente entra nel disegno legge di bilancio: sì al rifinanziamento del credito d’imposta per materiali riciclati. Fondi per acque reflue, contrasto al consumo di suolo e per le attività di monitoraggio dell’Ispra
Sì al rifinanziamento del credito d’imposta per l’acquisto di prodotti realizzati con materiali riciclati, ma anche al rinnovo del programma ‘mangiaplastica’ e al finanziamento degli interventi in materia di gestione delle acque reflue negli agglomerati oggetto di infrazione europea. Dopo l’assenza registrata nelle prime bozze circolate online nei giorni scorsi, e segnalata da Ricicla.tv, l’ambiente entra nel disegno di legge di bilancio con un apposito capitolo in cinque articoli.
Via libera al rifinanziamento del credito d’imposta istituito con la legge 145 del 30 dicembre 2018 per l’acquisto di prodotti realizzati con materiali provenienti dal riciclo delle raccolte differenziate della plastica, carta, alluminio e vetro o di imballaggi biodegradabili e compostabili. Ben 566 le istanze inoltrate dalle imprese in risposta all’avviso lanciato lo scorso 21 febbraio dal Ministero dell’Ambiente, “con una domanda pari a circa 4 volte le risorse disponibili” che ha reso necessario lo stanziamento di “ulteriori euro 10 milioni per l’anno 2023” a copertura delle richieste. La misura è rinnovata per ciascuno degli anni 2023 e 2024, con “un credito d’imposta nella misura del 36 per cento delle spese sostenute e documentate” e “fino a un importo massimo annuale di euro 20.000 per ciascun beneficiario, nel limite massimo complessivo di 5 milioni di euro annui per gli anni 2024 e 2025”. Un rifinanziamento che allinea, almeno in parte, la legge di bilancio al cronoprogramma della Strategia Nazionale per l’Economia Circolare, che prevede il rinnovo entro la fine del 2022 delle due linee di credito d’imposta per i prodotti riciclati, attivata a ottobre del 2021 ma non rifinanziata, e per i materiali di recupero, rifinanziata invece con il ddl bilancio nel quale si stima un effetto leva capace di tradursi nell’acquisto di prodotti per circa 33 milioni di euro.
Sempre in tema di rifinanziamento, il ddl bilancio rinnova il cosiddetto ‘Programma Sperimentale Mangiaplastica’ con una dotazione di “ulteriori euro 6 milioni per l’anno 2023 ed euro 8 milioni per l’anno 2024” da destinare all’acquisto e installazione da parte dei Comuni di ecocompattatori per la raccolta selettiva delle bottiglie per bevande in PET. Anche in questo caso, si legge nella relazione illustrativa, le richieste di finanziamento, ben 1191 per un valore complessivo di oltre 46 milioni di euro hanno superato le risorse disponibili, pari a 27 milioni, “determinando l’esclusione di numerose istanze”. Nuove risorse anche per il completamento degli interventi sugli ciclo di raccolta e trattamento delle acque reflue in Sicilia, Campania e Calabria, ovvero le Regioni che contano il maggior numero di agglomerati urbani nell’ambito delle quattro procedure d’infrazione aperte dall’UE, una delle quali costata fin qui all’Italia circa 100 milioni di euro in sanzioni. Al Commissario straordinario Maurizio Giugni, che nelle scorse settimane aveva evidenziato “una criticità finanziaria di circa 350 milioni di euro” legata al completamento di 99 interventi dei quali è soggetto attuatore, il ddl bilancio destina quindi la somma “di 10 milioni di euro nel 2023, 20 milioni di euro nel 2024, 30 milioni di euro nel 2025 e di 50 milioni di euro nel 2026”.
Al capitolo ambiente il ddl bilancio istituisce poi il fondo contro il consumo di suolo, con uno stanziamento di 10 milioni di euro nel 2023, 20 milioni di euro nel 2024, 30 milioni di euro nel 2025 e di 50 milioni di euro in ciascuno degli anni 2026 e 2027 “per la rinaturalizzazione di suoli degradati o in via di degrado in ambito urbano e periurbano” prevedendo anche l’istituzione di un apposito tavolo tecnico di monitoraggio. Da ultimo, la manovra finanzia con 6 milioni di euro per gli anni 2023 e 2034 la realizzazione del nuovo polo laboratoriale dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, anche con l’obiettivo di rafforzare le attività di monitoraggio, valutazione e controllo legate all’attuazione dei progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.