Ad appena sette mesi dall’inizio dell’anno l’umanità ha già consumato tutte le risorse naturali a propria disposizione. Cade oggi l’Earth Overshoot Day 2024: estraiamo e consumiamo capitale naturale a una velocità superiore di 1,7 volte quella della sua naturale rigenerazione. E l’Italia viaggia anche più veloce
Game over. Ad appena sette mesi dall’inzio dell’anno la quantità di risorse naturali che avremmo potuto sfruttare nell’arco dei dodici mesi sull’intero pianeta è ufficialmente esaurita. Il primo agosto segna così l’Earth Overshoot Day 2024, la data che, secondo i calcoli del Global Footprint Network, marca il sorpasso tra la velocità con la quale estraiamo e consumiamo risorse e la capacità degli ecosistemi naturali di rigenerarle. Il fatto che quest’anno l’Earth Overshoot Day cada il primo di agosto, spiega il Network, significa che l’umanità sta prelevando risorse naturali a una velocità che supera di 1,7 volte quella della naturale rigenerazione. Un ‘superconsumo’ che compromette la sicurezza del patrimonio di risorse naturali e le cui conseguenze sono sempre più evidenti nei fenomeni di deforestazione, erosione e impoverimento dei suoli, perdita di biodiversità e, naturalmente, nell’emissione di CO2 in atmosfera, direttamente connessa allo sfruttamento del capitale naturale del pianeta e responsabile della crescente frequenza di eventi estremi che a loro volta incidono sulla disponibilità di risorse, soprattutto alimentari.
“Prima o poi l’Overshoot finirà – avverte Lewis Akenji membro del consiglio del Global Footprint Network – la domanda è come: in base alla progettazione o al disastro. Una transizione pianificata ci darà una sicurezza migliore che cedere ai gemiti di un pianeta sbilanciato dal superamento”. Serve invertire la rotta, avverte il network, e invece l’umanità sta accelerando lungo la strada del disastro. Se nel 1974 per arrivare all’Overshoot Day l’umanità impiegava tra gli undici e i dodici mesi, 50 anni dopo ci impieghiamo quasi la metà del tempo. Per vivere un anno intero con lo stesso stile di vita di un cittadino statunitense, calcola il network, l’umanità avrebbe bisogno di ben cinque pianeti. L’Italia, nella top ten dei paesi consumatori di risorse, ha già raggiunto il suo Country Overshoot Day lo scorso 29 maggio e attualmente viaggia a una velocità 2,9 volte superiore alla capacità di rigenerazione del pianeta. Al ritmo attuale servirebbero 4,4 “Italie” per soddisfare le esigenze di consumo di tutti i cittadini.
Anche il nostro paese, insomma, non è esente da responsabilità e figura tra quelli in deficit ecologico. Ogni italiano, calcola il Network, nel 2022 ha accumulato un’impronta ecologica con un indice pari a 3,95, quasi quattro volte quella consentita dal ritmo naturale di rigenerazione degli ecosistemi, elevata ma in calo rispetto al picco di 5,93 registrato nel 2004. Segno che negli ultimi 20 anni, complice anche lo sviluppo delle filiere industriali del riciclo, qualcosa è cambiato. E che, chiarisce il Network, anche a fronte di una stato di cose allarmante, di fronte a noi resta aperto un mondo intero di possibilità. Se solo metà dei paesi del pianeta adottasse ad esempio un Green Deal con lo stesso livello di ambizione dell’Ue potremmo spostare l’Earth Overshoot Day più in là di ben 42 giorni. Ancora meglio se tutti adottassero una carbon tax di 100 dollari per tonnellata, che rinvierebbe l’appuntamento con il game over delle risorse di ben 63 giorni.