Come da copione e senza colpi di scena, il testo del milleproroghe deliberato dal consiglio dei ministri dello scorso 23 dicembre è stato pubblicato in gazzetta ufficiale (numero 302 della serie generale) ieri ed è quindi ufficialmente in vigore in virtù della sua natura di decreto legge. Il dl 210 del 30 dicembre 2015 attende quindi di essere discusso in Parlamento nei prossimi mesi (la calendarizzazione, come ormai è prassi, potrebbe slittare fino a febbraio), ma la sua efficacia è immediata. Dopo l’approvazione del Mud nei giorni scorsi, con la quale è stata riconfermata la modulistica dello scorso anno, per gli operatori del comparto ambientale il quadro dunque si completa in via ufficiale con la conferma delle anticipazioni della bozza votata il giorno dell’antivigilia di Natale. All’articolo 8 del decreto contenente le disposizioni di proroga, infatti, si interviene ancora una volta sull’articolo 11 del dl n.101 del 31 agosto 2013 estendendo al 31 dicembre prossimo i termini previsti dai commi 3-bis e 9-bis. Come ampiamente previsto ed acquisito, dunque, vengono meno tutti gli annunci per rivedere un aggiornamento del sistema Sistri nell’imminente futuro (fatta salva la fase sperimentale che a questo punto si auspica possa completarsi entro i prossimi 12 mesi) considerato che sono ancora incerti i tempi necessari ad identificare il nuovo concessionario, al quale bisognerà dare almeno 9 mesi di tempo per sviluppare le innovazioni richieste e riorganizzare la tracciabilità informatica dei rifiuti speciali in linea con la normativa vigente. E così mentre viene estesa la moratoria sulle sanzioni operative per il vecchio Sistri (e di conseguenza prolungata la vigenza del doppio binario) dall’altra parte si estende anche il contratto con Selex SeMa, la controllata di Finmeccanica in liquidazione che gestisce il sistema sin dalla nascita del Sistri, con tutte le grottesche conseguenze che ciò implica, non senza garantire alla stessa un indennizzo per i costi che affronterà di qui alla fine dell’imminente 2016. Una svolta mancata ed l’ennesimo effetto deja-vù, quello sancito dal Milleproroghe entrato in vigore ieri, tanto più imbarazzante – forse – proprio perché fin troppo prevedibile. Nell’attesa che una volta per tutte il ministro Galletti risponda degli appuntamenti falliti e delle risposte rimaste inevase in questo ultimo anno e mezzo.