Altro che nuovo sistema nei primi mesi del 2016: per intravedere l’evoluzione del Sistri ci vorrà all’incirca un altro anno. A confermarlo è il contenuto del capitolato tecnico del bando che Ricicla ha avuto l’occasione di visionare, nel quale si ipotizza la presa in carico del vecchio sistema da parte del nuovo concessionario per un periodo non superiore, per l’appunto, ai 12 mesi (suddivisi in una fase di progettazione, una di sviluppo e realizzazione ed un’ultima di collaudo ed avvio in esercizio del nuovo Sistri). Dodici mesi che scatteranno solo quando sarà stato pienamente espletato il bando Consip per individuare (e firmare un contratto con) il nuovo concessionario: una partenza che si avrà solo quando – forse a fine mese – il Ministero avrà ricevuto le proposte in risposta alle lettere d’invito spedite tra fine novembre e inizio dicembre ai raggruppamenti idonei selezionati da Consip. A quel punto si potrà individuare il concessionario, al quale è delegata la definizione della stragrande maggioranza dei dettagli tecnici evolutivi per il Sistri (nel capitolato non si va tanto più nel dettaglio di quanto non facessero le linee guida pubblicate a giugno), ma non prima di una fase di confronto che lo stesso Ministero avrebbe promesso ad associazioni di categoria ed organizzazioni di settore per valutare la corrispondenza tra le stesse innovazioni e modalità proposte ed effettive esigenze del comparto. Accelerando al massimo le operazioni, la previsione andrebbe dunque spostata ai primi mesi dell’anno, ma questa volta si parlerebbe del 2017. Nella migliore delle ipotesi il soggetto proponente potrebbe avere già una soluzione in mano e tagliare drasticamente i tempi di sviluppo, ma al netto dei legittimi sospetti cui un simile scenario aprirebbe, il ministro Galletti dovrebbe comunque rispondere di un eccesso di sufficienza nei propri annunci. Tra i quali va insinuato un ulteriore motivo di dubbio. Secondo voci interne alle associazioni di categoria, le stesse organizzazioni avrebbero avuto un incontro informale con gli uffici tecnici del ministero, durante il quale sarebbe stato annunciato l’ennesimo ricorso al Milleproroghe per evitare di catapultare il comparto nell’incubo delle sanzioni operative. Se da un lato sembra l’unica misura di buon senso, dall’altro sarebbe una svolta a dir poco grottesca: fino all’affidamento in concessione si prorogherebbe la gestione nelle mani di un soggetto – la Selex – che oltre ad essere in liquidazione ha in atto un contenzioso con il dicastero di via Cristoforo Colombo. Senza contare che Galletti dovrebbe rimangiarsi quel “mai più proroghe” che ha recitato quasi come un mantra per tutto il 2015: dovessero realizzarsi queste indiscrezioni, sarà interessante scoprire come giustificheranno questa mossa dalle parti del Ministero.