La proroga della moratoria sulle sanzioni operative del Sistri, ampiamente annunciata dal Ministero dell’Ambiente nei mesi scorsi, quest’anno è stata inserita in legge di bilancio da un emendamento. «Un provvedimento atteso e dovuto» commenta la coordinatrice delle politiche ambientali della CNA, Barbara Gatto, che però punta l’attenzione sulle preoccupazioni sugli effetti che le novità legate portate in dote con cui i vari commi rischiano di mutarsi nell’ennesima ricaduta negativa ai danni delle imprese. «Siamo stati abituati in questi otto anni a gestire l’emergenza e affrontare i provvedimenti arrivati in extremis a cavallo con le scadenze previste, quest’anno sono arrivate ulteriori previsioni che ci preoccupano non poco – spiega Barbara Gatto – soprattutto troviamo ingiustificate e illogiche rispetto allo stato attuale del Sistri quelle relative al recupero dei contributi pregressi».
L’emendamento, infatti, introduce un nuovo articolo nel Codice dell’Ambiente, il 194-bis, intitolato “Semplificazione del procedimento di tracciabilità dei rifiuti e per il recupero dei contributi dovuti in materia di SISTRI”. Con le nuove disposizioni, si indicano le modalità con cui il Ministero dell’Ambiente potrà rivalersi dei contributi dovuti e non versati in questi anni, durante i quali la mancata entrata in funzione del Sistri ha sicuramente generato un marginale fenomeno di evasione. Le modalità saranno definite attraverso un decreto ministeriale di prossima pubblicazione. «Già da gennaio ci adopereremo per capire quali sono le intenzioni del ministero e per capire quali azioni possiamo mettere in campo per evitare rischiose conseguenze per le imprese – annuncia la responsabile delle politiche ambientali della CNA – l’inserimento di questi commi aggiuntivi può apparire un atto banale. In realtà c’è un tema di legittimità, perché si tratta di otto anni di contributi richiesti alle imprese con la giustificazione di dover finanziare la realizzazione del nuovo sistema. Contiamo sul fatto che nella scrittura di questo decreto ci sia una appropriata condivisione dei contenuti con i rappresentanti delle imprese, un qualcosa che in questi anni è mancato».