Nel 2019 il Consorzio degli Oli Usati ha avviato a rigenerazione la totalità degli oli usati raccolti in Italia
Roma, 20 maggio 2020 – Capacità di adattamento e approccio sinergico. Il CONOU ha saputo affrontare la crisi derivata dall’emergenza sanitaria da Covid-19 dimostrando una straordinaria resilienza, grazie alla coesione della sua filiera, punto di forza di un sistema di organizzazione divenuto modello per l’Europa. Le circa 70 aziende di raccolta e rigenerazione del Consorzio hanno continuato a garantire anche nel periodo di fermo produttivo la continuità dell’attività, adottando provvedimenti gestionali che hanno consentito di garantire il servizio in modo puntuale nonché la messa in sicurezza del personale e delle attrezzature. Non solo la raccolta dell’olio lubrificante usato non è stato interrotta ma con la ripartenza delle attività economiche e il riavvio degli impianti industriali, il CONOU è riuscito fronteggiare la ripresa del livello della domanda.
Portando l’esperienza del CONOU a Circonomia, come eccellenza dell’economia circolare, il Vice Presidente del Conou Riccardo Piunti ha affermato che «La collaborazione tra gli attori della filiera che compongono il Consorzio si è rivelata la chiave vincente, che ha consentito il mantenimento dell’operatività di servizio, la gestione della crisi e il recupero della stabilità del processo. Grazie a questo approccio, il Consorzio ha chiuso, anche durante l’emergenza, il cerchio dell’economia circolare dell’olio lubrificante».
I dati di attività dello scorso anno
Nel 2019 sono state immesse al consumo 411 mila tonnellate di olio lubrificante di prima raffinazione; di queste, 220 mila tonnellate sono state consumate durante l’utilizzo, mentre le rimanenti 191 mila tonnellate (in pratica il 100% del raccoglibile) sono state raccolte dalla rete del CONOU e destinate al 100% alla rigenerazione, che ha consentito la produzione di 128 mila tonnellate di basi lubrificanti di alta qualità, circa 13 mila tonnellate di gasolio e 30 mila di bitume, pronte ad essere reimmesse nel mercato.
Le conseguenze della chiusura forzata
Tra gli effetti del lockdown, la chiusura di impianti, fabbriche e officine e il fermo alla circolazione dei veicoli hanno comportato una brusca frenata nel consumo dei lubrificanti in Italia e di conseguenza un calo della raccolta rispetto ai quantitativi del 2019 e alla media annuale. Nel 2020 la raccolta in Italia è scesa del 30% rispetto al 2019, con maggiori perdite al Centro Sud (-47%) rispetto al Nord Est (-24%) e al Nord Ovest (-21%).
Le soluzioni per affrontare la crisi
Durante l’emergenza tutta la filiera del CONOU ha messo in campo una serie di soluzioni idonee a garantire il servizio: le aziende di raccolta hanno effettuato ritiri su appuntamento per ridurre i rischi, le raffinerie hanno svolto manutenzioni e ridotto il passo degli impianti senza interrompere la ricezione di olio lubrificante usato e presso i depositi consortili si è provveduto ad ottimizzare i tempi di apertura con attenta programmazione. Misure che hanno dimostrato solidità complessiva della Filiera e coesione, sinonimo oggi più che mai di volontà di crescere insieme in dimensione e qualità, sviluppare la sostenibilità in modo unitario, acquisire gli stessi standard e saper ottimizzare in modo trasversale il lavoro di aziende indipendenti.