Piergiorgio Carrescia, deputato del PD e membro della Commissione Ambiente di Montecitorio, è il primo firmatario dell’ordine del giorno approvato a gennaio che avrebbe previsto l’abbattimento del contributo annuale Sistri. Contributo che, come sempre, scade il 30 aprile, ma dell’impegno del Governo – maturato in seguito ad una risoluzione sempre a firma di Carrescia – non c’è più traccia. Silvia Velo, sottosegretario del Ministero dell’Ambiente, rispondendo ad un’interrogazione di gennaio, affermò che si attendeva il pronunciamento del Consiglio di Stato dopo che già una prima versione era stata oggetto di osservazione da parte della Giustizia amministrativa.
On. Carrescia, il tempo stringe: ci sono ancora i margini perché il suo impegno non “cada nel vuoto”?
«In effetti i margini si stanno restringendo, non c’è ancora contezza di questo provvedimento perché nonostante le sollecitazioni non è ancora stato trasmesso alla Camera neppure in via informale. Proprio in questi giorni ho sollecitato la presidente Boldrini a farsi interprete di questo disagio del Parlamento su questo atto. Il Ministero deve accelerare e sollecitare anche il Consiglio di Stato a rendere il parere, altrimenti gli imprenditori rischiano di dover pagare ancora un contributo che è sproporzionato rispetto al servizio che viene reso con il Sistri».
A questo punto alle aziende conviene mettersi in regola o aspettare l’ultimo momento?
«Direi di aspettare fino agli ultimi giorni consentiti per provvedere, perché mi auguro che ci sia questo “ravvedimento operoso” da parte del Ministero dell’Ambiente».
Ministero che per gestire il Sistri continua ad avere un impegno abbastanza oneroso con la Selex SeMa: i 20 milioni che sono stati assicurati a Finmeccanica erano un atto dovuto?
«No. Intanto perché 10 milioni riguardano il 2015, periodo sul quale c’è una verifica delle prestazioni rese e dell’entità dell’importo da corrispondere. Gli altri 10 milioni, soprattutto, riguardano il 2016 e costituiscono un’anticipazione su una prestazione che viene resa a titolo continuativo da parte di Selex. Un’anticipazione che non trova alcuna giustificazione, specie tenendo conto della criticità che il Sistri ha e della necessità di modificarlo assolutamente, se non di abolirlo».
Nel frattempo del bando per il nuovo Sistri e del suo avanzamento si sa poco o nulla. È pensabile che entro il 2016 si riesca ad avviare una versione sperimentale del sistema rinnovato?
«I tempi amministrativi e tecnici sono abbastanza lunghi, al momento non c’è ancora l’individuazione del soggetto, quindi ho molte perplessità che quell’impegno assunto possa essere rispettato entro l’anno. Sicuramente i tempi che il Ministero aveva prospettato sono saltati, ma intanto il tempo passa e come abbiamo visto proprio per il decreto sui contributi sembra passare inutilmente senza un attivo impegno a rimuovere questa situazione».