Proseguono le interlocuzioni con l’Ue per il taglio della sanzione sui rifiuti in Campania. Secondo il vice presidente e assessore regionale all’ambiente Fulvio Bonavitacola una nuova riduzione arriverà “nel giro di pochi mesi”. Prima però c’è da convincere la Commissione europea sul ‘no’ alla realizzazione di nuove discariche. “C’è diversità di vedute – dice Bonavitacola – ma la risolveremo”
Dopo la prima riduzione di un terzo, grazie all’attivazione dell’impianto di trattamento delle ecoballe di Caivano, un nuovo taglio alle sanzioni per l’inadeguata gestione dei rifiuti in Campania da parte della Commissione europea arriverà “sicuramente” nel giro dei prossimi mesi. A patto di trovare una convergenza sul ‘no’ della Regione alla realizzazione di nuove discariche. Entro le prossime elezioni regionali? “Possiamo affermarlo, decisamente”, dice a Ricicla.tv il vice presidente e assessore all’ambiente Fulvio Bonavitacola, per due mandati – e quasi dieci anni di governo targato Vincenzo De Luca – titolare del dossier sulla gestione dei rifiuti in regione. Con le sue implicazioni più spinose, a partire dal contenzioso milionario con l’Ue, che secondo la Corte dei Conti a fine 2022 era costato 311 milioni di euro in sanzioni. “Le sanzioni risalgono al 2015 – chiarisce Bonavitacola – all’epoca dell’insediamento della prima giunta De Luca, e sono arrivate perché una precedente sentenza della Corte di Giustizia europea, che nel 2010 aveva chiesto alla Regione Campania di fare qualcosa in merito, era rimasta lettera morta“.
Le multe erano quindi state quantificate in 20 milioni una tantum più 120mila euro al giorno – ovvero 40mila per ciascuna tipologia di impianto necessaria tra discariche, inceneritori e organico – ma “dietro la sanzione – spiega Bonavitacola – aleggiava soprattutto la grave turbativa delle ecoballe, tant’è vero che una prima riduzione di un terzo l’abbiamo ottenuta con l’avvio dell’impianto di Caivano”. Che dal 2021 trasforma i rifiuti storici degli anni dell’emergenza in combustibile per centrali elettriche e cementifici e che la Commissione ha valutato come sufficiente a soddisfare il fabbisogno residuo di incenerimento in regione. “Abbiamo chiesto che un secondo terzo venga stralciato per l’attivazione del secondo impianto di Giugliano – chiarisce l’assessore – un impianto ad alta tecnologia capace anche di estrarre dalle ecoballe materiale riciclabile”. Ma non è detto che basti.
Le prossime decisioni dell’Ue, infatti, dipenderanno soprattutto dagli sviluppi sugli altri due fronti della sanzione, discariche e impianti per i rifiuti organici. Fronti sui quali le interlocuzioni con i tecnici di Bruxelles stanno andando avanti, non senza difficoltà. Sulle discariche, nello specifico, le visioni al momento non sono esattamente convergenti. “Loro insistono sul fatto che dobbiamo indicare una previsione di discariche – spiega Bonavitacola – cosa con la quale non siamo d’accordo. Anche in linea con i nuovi orientamenti delle politiche ambientali europee le discariche sono uno strumento assolutamente residuale del quale non abbiamo intenzione di dotarci”. E infatti l’ultimo aggiornamento del piano di gestione dei rifiuti urbani, approvato nelle scorse settimane dalla giunta regionale, non riporta la realizzazione di nuovi invasi ma solo una stima delle volumetrie potenzialmente ricavabili da invasi già presenti sul territorio. Cosa che, per Bruxelles, potrebbe non rappresentare una garanzia sufficiente.
Sulle discariche resta insomma una “diversità di vedute”, dice Bonavitacola, “ma credo che con la seconda aliquota della sanzione risolveremo nel giro di pochi mesi”, anche “dimostrando che stiamo facendo tante altre cose importanti”. La prima, e più ambiziosa, delle quali è rappresentata dal piano per la realizzazione dei nuovi impianti di recupero dei rifiuti organici da raccolta differenziata, lanciato nel 2016 per ridurre quello che resta il maggiore deficit di trattamento tra le regioni italiane, con una capacità autorizzata di 345mila tonnellate a fronte delle 634mila tonnellate di umido e verde raccolte nel 2022. Sebbene il nuovo piano rifiuti preveda il raggiungimento della piena autosufficienza solo entro il 2029 “di sicuro l’estinzione della sanzione arriverà molto prima” spiega il vice presidente della Campania. Anche su questo fronte, però, c’è prima da convincere la Commissione.
Degli 11 impianti previsti dal piano lanciato nel 2016, con un investimento di circa 250 milioni di euro, solo due sono ormai prossimi all’attivazione (Tufino e Teora), mentre per tutti gli altri l’entrata in funzione dovrebbe arrivare tra marzo del 2025 (Marigliano) e ottobre del 2026 (Casalduni). Tempi allungati, oltre che dalla complessità delle procedure, anche da “ricorsi e controricorsi”, spiega l’assessore, garantendo tuttavia che “il programma sta andando avanti”. Al momento, però, Bruxelles non sembra disposta a concedere sconti sulla fiducia. “Questa – chiarisce Bonavitacola – è un’altra cosa sulla quale non siamo d’accordo: noi abbiamo avviato un programma tra i più ponderosi d’Italia, ma non è che si debba aspettare fino all’inaugurazione dell’ultimo impianto. Devono anche crederci sulla parola, visto che stiamo realizzando un piano che presuppone l’individuazione dei siti, la progettazione, le autorizzazione, l’appalto e i lavori. Quando dimostreremo, come saremo capaci di fare, che i lavori sono in fase avanzata, la sanzione non avrà più ragione di esistere“. L’ultima parola, in ogni caso, spetterà ai tecnici della Commissione.